Restare in Iraq: dovere morale o convenienza geopolitica? Risposta all’articolo di Walzer/1

di Andrea Gilli 

L’interessante articolo di Michael Walzer che L’Occidentale ha riproposto nei giorni passati suggerisce ampie e profonde riflessioni. Walzer è un acuto filosofo, i cui spunti sono sempre interessanti e pungenti, anche se non sempre convincenti. L’articolo in discussione sembra far parte di quest’ultima categoria.

Nel suo articolo, Walzer si propone di definire la strategia che gli Stati Uniti dovrebbero seguire in Iraq a proposito dell’opportunità di ritirarsi o meno dal Paese. Purtroppo, ciò che emerge è un’analisi parziale e opinabile, tanto nei suoi assunti che nei suoi postulati.

In questo primo articolo, ci proponiamo di evidenziare la fallacità della posizione assunta da Walzer. In un secondo pezzo, elaboreremo la nostra contro-proposta.

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Libero commercio e neo-globalizzazione: scommesse del prossimo “number one”

di Mario Seminerio – © Libero Mercato
Tira una brutta aria, per il liberismo ed i liberisti: un gelido vento di recessione sta gonfiando le vele di quanti, soprattutto in Occidente, invocano interventi a vario titolo protezionistici, per “difendere” (illusoriamente, sia ben chiaro) il potere d’acquisto dei lavoratori ed i loro impieghi. Ha cominciato il presidente francese Sarkozy, lo scorso anno, quando le cose andavano ancora discretamente per l’economia europea, parlando di “protezione” dei cittadini-lavoratori dalla mondialisation, la strega cattiva che agita i sonni di stati costruiti su sistemi di welfare particolaristici, costosi ed inefficienti. Lungi dall’essere battistrada di un ripensamento critico dello stato sociale, la sortita di Sarkozy è da subito apparsa un tentativo maldestro di cambiare regole del gioco ben più grandi di un singolo stato o addirittura di un’area economica. Ma il tema del ripensamento critico della gestione degli effetti della globalizzazione è da tempo ben presente anche nel dibattito politico statunitense, in quest’anno di elezioni.

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Emergenza rifiuti e credibilità internazionale

di Andrea Gilli

Le incredibili immagini e notizie che giungono dalla Campania stanno producendo un polverone politico che lascerà di sicuro dei feriti sul campo. Oltre al solito rimbalzo delle responsabilità, abbiamo assistito ad analisi più o meno dotte sulle ragioni e sulle cause, così come sulle soluzioni, della e per l’attuale emergenza.

Ciò che ci preme sottolineare in questo articolo è un aspetto che molti (troppi) hanno taciuto – le implicazioni dell’attuale situazione sulla credibilità dell’Italia a livello internazionale.

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Dieci buone ragioni per non tassare le “rendite”

di Benedetto Della Vedova (con Piercamillo Falasca e Mario Seminerio) – Articolo apparso, in versione ridotta, su Il Giornale

“La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme” (articolo 47 della tanto lodata Costituzione italiana);

“Il risparmio non è un flusso finanziario che va al consumo, anzi è la rinuncia ad un consumo presente per ottenerne uno futuro. Il profitto sul risparmio (gli interessi) è il prezzo di questa rinuncia. Tassare gli interessi vorrebbe dire creare una discriminazione tra consumi presenti e futuri, vorrebbe dire bloccare il movimento fisiologico dell’attività economica, produttiva e di investimento.” (Luigi Einaudi)

Ecco dieci buone ragioni per opporsi alla minacciata “armonizzazione delle rendite finanziarie” che, per come si presenta, risponde al furore ideologico più che alla razionalità economica.

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Onlus e fisco

di Mario Seminerio

Prendiamo spunto da un interessante articolo di Piercamillo Falasca apparso nei giorni scorsi su Epistemes per analizzare le motivazioni economiche che dovrebbero giustificare la concessione di crediti d’imposta ai contribuenti che effettuano erogazioni liberali alle Onlus. In altri termini, tenteremo di capire quali dovrebbero essere le tipologie di organizzazioni no-profit meritevoli di essere sussidiate attraverso il fisco. Ciò risponde anche all’esigenza di evitare abusi e distorsioni nella definizione della platea di Onlus che possono beneficiare di tali sussidi fiscali. Ricordiamo che ogni tax credit rappresenta un ridimensionamento della base imponibile, e che in base al fondamentale precetto di semplificazione fiscale occorre limitare l’utilizzo dei crediti d’imposta per ampliare al massimo la base imponibile e ridurre (a parità di gettito) le aliquote nominali, stimolando la crescita economica. Per compiere tale analisi ci baseremo sull’esperienza del fisco statunitense nella gestione delle donazioni alle charities.

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Una verità scomoda sui mutui per la casa

di Piercamillo Falasca

Tra le parole scelte dal sito del Corriere della Sera per simboleggiare il 2007 c’è il termine “mutui”. Da un certo punto di vista, la redazione on-line del più diffuso quotidiano italiano non sbaglia: tra la crisi d’oltreoceano sui subprime e l’acceso dibattito scatenatosi nel nostro paese a causa dell’aumento dei tassi di interesse, negli ultimi dodici mesi la parola mutui ha avuto un indubbio successo mediatico.

Ma il Corsera, al pari di tutti gli altri mezzi d’informazione, ha probabilmente contribuito a creare un clima di allarmismo ingiustificato, che la classe politica ha subito e – di fatto – alimentato (come accade con dichiarazioni come quella rilasciata dal viceministro Vincenzo Visco qualche settimana fa: “Siamo pronti a stigmatizzare, anzi a fare qualcosa sui mutui. Certo, bisogna vedere cosa si può fare in concreto”).

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Tutto quello che avreste voluto sapere sulla Banca d’Italia, ma non avete mai osato chiedere

di Mario Seminerio

Proseguendo l’analisi dei miti legati al signoraggio, in questo post tentiamo di rispondere alle più comuni domande sull’assetto istituzionale ed il funzionamento della nostra banca centrale, dalla produzione di banconote agli scandali relativi alle inchieste del sito che mandava messaggi di spam sul genere: ” compro oro a Milano “. Cenni storici, formazione e destinazione dell’utile, cambiamenti previsti dal legislatore nella compagine proprietaria. L’obiettivo, come sempre, è quello di divulgare per demistificare.

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Signoraggio, tra mito e realta’

di Mario Seminerio

Questo articolo rappresenta un tentativo di spiegare cosa è il signoraggio, come si produce ai nostri giorni, quale è la fondamentale differenza tra signoraggio nominale, reale ed imposta da inflazione, quale è il ruolo delle banche commerciali nel processo di creazione della moneta, attraverso il meccanismo del moltiplicatore dei depositi indotto dalla riserva obbligatoria. L’imperfetta conoscenza dei meccanismi economici alla base del processo di creazione della moneta ha concorso ad alimentare alcuni miti intorno al concetto di “moneta fiduciaria”. Riteniamo quindi opportuno e necessario tentare il debunking di tali miti.

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