Lingue straniere o dialetti: cosa insegnare a scuola?

di Andrea Gilli

Il dibattito politico italiano si è recentemente concentrato sulla proposta di istituire l’insegnamento dei dialetti nelle scuole italiane. Oltre alle difficoltà, e i costi, insiti nell’idea di avere insegnanti, corsi, libri di testo certificati dei vari dialetti regionali, come ogni proposta, questa va valutata nelle sue implicazioni. Essere pro o contro ex-ante è infatti di poca utilità per capire la sua portata.

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Novità al sistema dei commenti di Epistemes

Cari lettori, come potete vedere dalla barra laterale, abbiamo implementato su Epistemes il sistema Facebook Connect, che permette di commentare su questo sito utilizzando il proprio account FB, senza procedure di registrazione. Se avete un account Facebook, tutto quello che dovete fare è cliccare sull’icona Facebook Connect che vedete nella barra laterale, e concedere l’autorizzazione all’applicativo. I commentatori attraverso FB … Leggi tutto

Zakaria vs. Oren

di Andrea Gilli

Israele ha recentemente nominato Michael B. Oren suo nuovo ambasciatore negli Stati Uniti. In qualità di nuovo rappresentante dello Stato ebraico a Washington, il famoso storico è stato intervistato domenica scorsa da Fareed Zakaria. Si spazia dal nucleare iraniano allo Stato palestinese, dalla relazione tra Washington e Gerusalemme alla politica interna americana. Suggeriamo caldamente di guardare il video.

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Quanto fa paura la Russia?

di Andrea Gilli

Nel 1994, William C. Wohlforth, esimio studioso americano di Relazioni internazionali e attuale direttore della prestigiosa rivista Security Studies, concludeva uno dei suoi articoli più importanti (e probabilmente dell’intero campo di studio, nel corso degli anni Novanta), con la famosa frase:

Russia may be down, but prudent policymakers should not count it out.

Si parlava di stabilità internazionale e Wohlforth avvertiva il rischio di dar troppo presto per spacciata la Russia.

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Obama vs. Bush jr.: continuità o rottura?

di Andrea Gilli

Dopo sei mesi di presidenza Obama, e numerose inaspettate sfide sul panorama internazionale, due interpretazioni sembrano dominare relativamente alla politica estera perseguita dal nuovo inquilino della Casa Bianca. Una vede la politica estera obamiana come una totale inversione di rotta rispetto al precedente corso americano. L’altra, invece, vede le politiche di Obama come una naturale prosecuzione della rotta tracciata da George W. Bush. La nostra posizione è una sintesi: siamo esattamente a metà. Poiché i fatti sembrano confermare quanto avevamo previsto a novembre (relativamente alla prima interpretazione), ci soffermiamo in questo articolo sulla seconda visione, quella appunto per cui Obama starebbe fondamentalmente proseguendo sulla via della precedente amministrazione.

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La Turchia dentro al progetto South Stream

di Andrea Gilli

L’accordo siglato la scorsa settimana da Italia, Russia e Turchia che vede quest’ultima entrare nell’oleodotto South Stream ha un’importanza storica e geopolitica dirompente.

Alcune settimane fa avevamo già commentato il significato dell’accordo tra Russia e Italia. Stratfor, dall’altra parte, offre un ottimo riassunto, anche numerico, dell’intero progetto. In questo articolo, tiriamo le somme del sodalizio russo-turco.

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Giornalisti e dissidenti: quando trattare?

di Andrea Gilli

L’intermediazione di Bill Clinton a favore delle due giornaliste americane detenute in Corea del Nord ha scatenato alcuni aspri commenti contro l’ex-presidente e  più in generale contro la politica estera condotta dalla Casa Bianca verso Pyongyang. In particolare, questa trattativa – secondo acluni i critici – indebolirebbe la posizione negoziale americana verso Kim Jong-Il e il suo regime.

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Liberalizzare per liberare il potenziale del paese

Tagliamo la spesa improduttiva e riduciamo la pressione fiscale sul lavoro

di Mario Seminerio (articolo pubblicato in contemporanea da Libertiamo.it e FFWebMagazine.it)

Da qualche tempo si susseguono segnali contraddittori sulla evoluzione della crisi economica globale. Vi sono infatti segni di rallentamento nella velocità di caduta dei livelli di attività, e i modelli econometrici segnalano per l’autunno la stabilizzazione della congiuntura. Paesi come la Cina mostrano un recupero apparentemente vibrante, almeno a leggere i dati di Pil pubblicati dall’istituto statistico nazionale, ammesso che si tratti di dati veritieri e metodologicamente robusti.

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