di Andrea Gilli
Gli storici hanno raramente ragione sul passato. Quasi mai sul futuro. Come scrive John Vincent, un celebre storico inglese, gli storici non sono per i concetti, tanto meno per il rigore (Vincent, 2005). Difficile che dunque riescano a utilizzare in modo coerente un concetto. Quasi impossibile che riescano a definirlo con rigore. La ragione e’ semplice: gli storici fanno affidamento su documenti, dati, archivi, memorie, etc. Tutte preziose fonti che possono raccontare una buona parte della storia. Il problema e’ che nessuno sa ne’ quanta parte possono raccontare, ne’ tanto meno se essa sia corretta, specie quando da quei dati, parziali, si ricavano delle spiegazioni generali.
La nostra non vuole essere una filippica contro il nobile mestiere dello storico. Solo un avvertimento contro i rischi della professione, e un suggerimento alla cautela di fronte alle previsioni elaborate dagli storici: difficile che colui che e’ incerto sul passato possa offrire qualche raccomandazione piu’ corretta sul futuro. A nostro modo di vedere sono infatti pochi gli storici che riescono a sfuggire questi dilemmi: guarda caso, quei pochi che ci riescono utilizzano dei metodi propri non della Storia ma di altre discipline, quali l’Economia o la Scienza Politica.
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