di Mario Seminerio
Nel 1937, durante la Grande Depressione, un piccolo gruppo di dirigenti d’azienda si riunì a New York per discutere come monitorare l’attività fiscale del governo, e trasmettere in modo comprensibile tali informazioni all’opinione pubblica. Nel decennio precedente, dapprima sotto Herbert Hoover poi sotto Franklin D. Roosevelt, la spesa pubblica federale era cresciuta del 170 per cento; nei precedenti cinque anni il gettito fiscale era aumentato del 198 per cento. Essi decisero, quindi, di lanciare un’organizzazione che, attraverso ricerca ed analisi, potesse informare ed educare i cittadini per mezzo di dati affidabili sul finanziamento della spesa governativa.
Nacque così la Tax Foundation, un’organizzazione nonpartisan, che da ormai settant’anni tenta di informare e formare i contribuenti americani sui princìpi di una solida politica fiscale e sulla dimensione dell’onere fiscale sopportato dai cittadini a tutti i livelli di governo, sulla base della convinzione che la disseminazione di informazioni e conoscenze di base riguardo il finanziamento dello stato sia il fondamento di politiche comprese e condivise in una società libera.
In quanto organizzazione educativa nonpartisan, Tax Foundation ha guadagnato una reputazione di indipendenza e credibilità, non disgiunta tuttavia da prospettiva e prescrittività. Tutta la ricerca di Tax Foundation è guidata da alcuni princìpi di sound fiscal policy, che servono da stelle polari di una buona politica fiscale, in ogni contesto, nazionale e governativo. Tali principi, in sintesi, sono:
- Semplicità: il sistema fiscale dovrebbe essere il più semplice possibile, e le imposte dovrebbero essere semplici da comprendere allo stesso modo degli adempimenti ad esse legati, che rappresentano un costo reale per la società;
- Trasparenza: le tasse dovrebbero essere le più visibili possibile ai contribuenti, e dovrebbe essere chiaro chi e cosa sta venendo tassato;
- Minimizzazione dell’onere fiscale: in ogni momento, sotto le condizioni contingenti in cui si trova, pro-tempore, il sistema economico. Ciò equivale, in sinergia con il principio di semplicità, a mantenere la più ampia base imponibile possibile, in quanto condizione necessaria alla riduzione delle aliquote nominali, che dovrebbero quindi sempre più tendere a quelle che effettivamente gravano sui contribuenti;
- Stabilità: le leggi e norme fiscali non dovrebbero cambiare di continuo, ed i cambiamenti non dovrebbero in nessun caso essere retroattivi;
- Neutralità: le tasse dovrebbero essere mirate a raccogliere gettito con un minimo di distorsione economica, e non dovrebbero tentare di “microgestire” l’economia;
- Promozione della crescita: le tasse dovrebbero raccogliere gettito per finanziare programmi di spesa pubblica consumando la minor frazione possibile di reddito nazionale, e dovrebbero interferire il meno possibile con crescita economica, commercio estero e movimenti di capitale;
E proprio sulla base di questi princìpi fondamentali di una sana e solida politica fiscale, Epistemes ha deciso di lavorare alla loro diffusione anche in Italia, per contribuire a promuovere la “consapevolezza fiscale” dei cittadini. Nel prossimo futuro Epistemes produrrà studi ed analisi, ed organizzerà convegni pubblici su questi temi, nel tentativo di dare al fisco il ruolo che gli compete: quello di leva strategica promotrice della crescita economica, e non di strumento di vendetta sociale o di vessazione burocratica da parte di uno stato che ambisce a mantenere i cittadini in condizione di sudditi, limitandone la libertà.
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