di Benedetto Della Vedova* e Piercamillo Falasca
E’ tornato alla ribalta l’argomento dei cosiddetti “conti dormienti”. Succede con la proposta della sinistra dell’Unione – tradotta in uno dei commi del maxiemendamento alla Finanziaria in discussione al Senato – di attingere ai depositi abbandonati in banca per lungo tempo e non reclamati per finanziare l’assunzione di 350 mila precari delle pubbliche amministrazioni. Il tema aveva già trovato in passato spazio nel dibattito politico-parlamentare. Senza produrre risultati, purtroppo. O, forse, per fortuna, visto che le soluzioni proposte sembravano suggerire tutto tranne l’unica cosa davvero sensata: cercare di restituire questi soldi ai legittimi proprietari. I conti dormienti sono fondi detenuti da banche, da società finanziarie o dalla Posta per conto di cittadini che non sono a conoscenza di tali proprietà finanziarie, per i motivi più disparati: decessi improvvisi, perdita della capacità di intendere e di volere, mancata conoscenza da parte degli eredi del patrimonio finanziario del de cuius o addirittura banali dimenticanze.
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