Proponiamo ai nostri lettori l’articolo di Nicola Lacetera e Mario Macis, pubblicato originariamente sul sito de lavoce.info
di Nicola Lacetera e Mario Macis
Il 3 maggio, il ministro dell’Università e della ricerca, Fabio Mussi, ha presentato la sua proposta di regolamento per il reclutamento dei ricercatori.
Il nuovo processo consiste di due fasi. Nella prima, una commissione di sette revisori esterni (cinque italiani e due stranieri), effettua una scrematura dei candidati, sulla base delle “pubblicazioni scientifiche, o altre tipologie di prodotti scientifici”. (1) Nella seconda fase, una commissione interna all’ateneo che ha bandito il concorso valuta a) i curricula scientifici e didattici; b) le lettere di referenza sottoscritte da esperti esterni all’ateneo; c) i giudizi espressi dai revisori esterni; d) una prova seminariale pubblica; e) i “pareri valutativi” espressi da “strutture didattiche e scientifiche dell’università ” dove il concorso è stato bandito.
La proposta Mussi rivela alcuni elementi di indubbia novità, che si richiamano al sistema anglosassone: dalle lettere di presentazione alla prova seminariale. Tuttavia, non pare destinata a incidere efficacemente sulla realtà universitaria italiana.