Boom di contributi e imposte dirette, ecco il tesoretto

di Mario Seminerio – © Libero Mercato

I dati diffusi nei giorni scorsi dall’Istat su stime del prodotto interno lordo ed indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche per l’anno 2007 ci permettono di analizzare nei dettagli alcune dinamiche economiche e di gestione dei conti pubblici, oltre che di confutare alcuni luoghi comuni piuttosto radicati. Riguardo la crescita, lo scorso anno il pil è cresciuto del 3,8 per cento a valore nominale e dell’1,5 per cento reale (utilizzando il metodo chain weighted con anno-base il 2000), contro l’1,8 per cento (rivisto al ribasso) dell’anno 2006. Il raffronto con il 2006 è interessante soprattutto in termini di contributi alla crescita.

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Spese, maledette spese

di Andrea Moro, Michele Boldrin e Thomas Manfredi *

Dove si descrive come il BelPaese lo affossi, rodendoselo, la Casta. In complicità con quelli che della Casta sono dipendenti, clienti, o mantenuti. Dopo i salari ed i redditi disponibili esaminiamo il capitolo delle spese, pubbliche ovviamente. E di nuovo le tasse, perché quelle spese le finanziano gli altri italiani, a mezzo dell'(op)pressione fiscale subita.

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Tasse, maledette tasse

di Andrea Moro e Thomas Manfredi * 

Qualche mese fa Mario Draghi, in una relazione alla Società degli Economisti, mostrò alcuni dati sull’andamento dei consumi e redditi in alcuni paesi europei sui quali Andrea rilevò alcune discrepanze. Bankitalia ha confermato l’errore nel grafico relativo alla Germania; uno dei suoi economisti ci ha gentilmente spiegato come ricavare il loro grafico relativo all’Italia, che siamo riusciti a riprodurre. C’è molto da imparare dal confronto fra i grafici ricavati da Andrea e quello di Bankitalia.

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Il grand bargain dell’Onu

di Federico Niglia* – © Il Foglio

La difesa del multilateralismo è stata una delle priorità della politica estera di Massimo D’Alema. Questo governo ha marcato la discontinuità rispetto alla precedente amministrazione riaffermando la centralità delle Nazioni Unite come soggetto erogatore di legittimità internazionale. L’Italia ha inviato oltre duemila soldati al confine tra Israele e Libano nell’ambito della missione Onu Unifil II e ha profuso grandi energie per rilanciare la campagna per la moratoria della pena di morte, coronata da successo.
Questo impegno ha trovato un riconoscimento nell’ampio consenso che ha portato all’elezione dell’Italia a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza per il biennio 2007-2008. Nonostante l’aspirazione al potenziamento dell’Onu, gli italiani mantengono una posizione conservatrice sulla riforma dell’organizzazione, e in particolare del Consiglio di sicurezza.

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Spese per la difesa: un dibattito

Sulle pagine di Libero Mercato, il prof. Mario Unnia ha aperto nei giorni scorsi uno stimolante dibattito sul ruolo che la Difesa dovrebbe avere nella nostra politica di bilancio. All’articolo del prof. Unnia ha risposto Andrea Gilli di Epistemes. Il dibattito è poi continuato con un articolo del generale Gianalfonso D’Avossa e con una replica conclusiva del prof. Unnia. Qui di seguito riportiamo … Leggi tutto

Ecco la Obamanomics, spesa in salita e gettito incerto

di Mario Seminerio – © Libero Mercato

La scorsa settimana Barack Obama ha delineato le scelte di politica economica che intende compiere in caso di elezione a presidente degli Stati Uniti. Si tratta di 43 proposte suscettibili di ampio impatto sulla vita dei cittadini (non solo negli Stati Uniti) e sulle scelte degli investitori. Proviamo ad analizzarle nelle linee guida.

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Restare in Iraq:dovere morale o convenienza geopolitica/2

L’articolo di Andrea Gilli, nel quale venivano criticate le posizioni assunte da Michael Walzer sull’Iraq, ha portato ad un interessante dibattito intellettuale e filosofico con Alia K. Nardini, Senior Fellow del Centro Studi e Documentazione Tocqueville-Acton. Il dibattito è stato riassunto in un Policy Forum, che otre al primo intervento di Walzer e alla replica di Gilli, vede una risposta … Leggi tutto

Tagli alla Difesa? No, non siamo crocerossine

di Andrea Gilli – © Libero Mercato

Su Libero Mercato del 21 febbraio, Mario Unnia ha avanzato la proposta di ridimensionare drasticamente le spese per la Difesa. La tesi si reggerebbe su tre elementi. In primo luogo, il nostro esercito non svolgerebbe il ruolo tipico di un esercito (anziché combattere, esso sarebbe prevalentemente impegnato in compiti di polizia internazionale, come il controllo dei flussi migratori clandestini). In secondo luogo, in seguito ad una riduzione dei nostri effettivi, la nostra industria della Difesa non verrebbe penalizzata. Infine, ridimensionando l’esercito potremmo rafforzare le nostre forze di polizia (di cui c’è un gran bisogno), da una parte, e magari specializzarci nell’assistenza umanitaria, dall’altra – per assolvere i nostri compiti internazionali.

Chi scrive ritiene che detta proposta sia assolutamente fuori luogo. I tre pilastri su cui essa si regge sono infatti deboli e traballanti. Ma soprattutto, le implicazioni sono ben più grandi e drammatiche di quelle che l’autore sembra realizzare.

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