E’ possibile e come per l’Italia rientrare nel nucleare?

di Alberto Clô

A 20 anni esatti dall’azzeramento di ogni produzione nucleare nel nostro Paese; a 27 anni dall’ultima centrale realizzata (da Enel a Corso, vicino a Piacenza); a circa 40 anni dalla relativa procedura di licensing, è possibile rientrarvi e a quali condizioni?E’ possibile, in altri termini, dopo aver distrutto tutto il sapere di cui disponevamo – scientifico, progettuale, manifatturiero, gestionale – realizzare in tempi brevi nuove centrali nucleari, come Enel va dichiarando, dicendosi pronta a realizzare “5 centrali da 1.800 MWe in 8 anni” (3 per l’autorizzazione, 5 per la costruzione). Roba, che se vera, farebbe schiattare di rabbia i francesi? Ancora: è possibile, per tale via, contrastare il caro-petrolio e ridurre l’enorme svantaggio competitivo nei costi/prezzi elettrici verso l’Europa?

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Sgonfiare la bolla energetica

di Mario Seminerio© Libero Mercato*

Il vertice dei ministri delle Finanze del G8, tenutosi a Osaka nei giorni scorsi, ha prodotto un comunicato denso di abituale buonsenso, ma privo di indicazioni immediatamente operative. La cosa non desta eccessiva sorpresa: a parte interventi diretti sui mercati valutari, o forte moral suasion con minaccia d’intervento sui medesimi, i vertici finanziari del G8 sono soprattutto mirati ad individuare i problemi e a stabilire un’agenda da sviluppare al riparo dal palcoscenico mediatico. Del comunicato di Osaka ci pare interessante soprattutto il punto 6, relativo ai prezzi delle materie prime.

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Gli accordi di libero scambio non sono la chiave per nuove alleanze – Risposta a Vittorio Gallante

di Andrea Gilli Su L’Occidentale del 13 giugno, Vittorio Gallante ha scritto un articolo sulla necessità di riavvicinare le due sponde dell’Atlantico. Nel corso dell’articolo, Gallante, oltre a fornire una tesi assai debole e contraddittoria, mi accusa di aver riassunto in maniera troppo sbrigativa le opinioni del professor Carlo Pelanda su questo argomento. In questo articolo cerco non solo di … Leggi tutto

Appunti sull’innovazione in Italia

di Massimiliano Neri

Al confine fra ricerca scientifica e sviluppo tecnologico si gioca la partita dell’Innovazione. Questa frontiera rappresenta il cardine piu debole del sistema competitivo italiano.

In gergo tecnico l’innovazione si snoda su tre stadi successivi:

  • ricerca di base (teorica)
  • ricerca industriale (applicata)
  • sviluppo precompetitivo (prototipi industriali)

Generalmente i primi due sono compresi sotto l’ombrello della “ricerca scientifica”, mentre il terzo appartiene già all’ambito industriale. La frontiera di cui parliamo è quindi situata sulla cerniera fra “ricerca industriale” e “sviluppo pre-competitivo”, due campi la cui unione viene comunemente denominata Ricerca e Sviluppo (R&S).

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Addio al 5+1? Anche gli USA abbandonano l’Italia

di Andrea Gilli

In un articolo pubblicato su Epistemes la scorsa settimana cercavamo di spiegare per quale motivo la Germania si era opposta al nostro ingresso nel gruppo di dialogo con l’Iran. Non nascondiamo che allora avevamo accolto la posizione statunitense – di fatto schierata a nostro favore – con sorpresa. Alla fine, il sostegno americano era solo una posizione di facciata. Il primo regalo offertoci dal Presidente Bush nella sua visita in Italia é infatti un niet alla nostra partecipazione al cosiddetto 5+1.

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Il caso Iraniano: Abbandonare i miti e capire la realtà

di Redazione Epistemes Le dichiarazioni del presidente americano George W. Bush e del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si stanno facendo sempre più infuocate. A scatenare l’oltranzismo dei due capi di stato, e dei loro due paesi, è il programma nucleare Iraniano, che è diventato uno dei principali temi sull’agenda internazionale. Per capire davvero cosa esso rappresenti è necessario considerarlo in … Leggi tutto

La seconda morte di Bretton Woods

di Mario Seminerio – © Libero Mercato

Alla data di oggi vi sono almeno undici economie asiatiche i cui tassi ufficiali d’interesse sono inferiori all’inflazione. La Cina, ad esempio, ha un tasso d’inflazione tendenziale all’8,5 per cento, prossimo al massimo degli ultimi 12 anni, eppure il tasso-chiave al quale la banca centrale di Pechino presta al sistema creditizio è fermo da inizio anno al 7,47 per cento. Analogamente, il tasso benchmark indiano è al 6 per cento, due punti sotto l’inflazione. E ancora: i prezzi al consumo in Russia, Arabia Saudita, Repubblica Ceca e Cile superano il tasso-base di politica monetaria.

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