di Mauro Gilli
Lo scoppio del fenomeno del terrorismo suicida a livello internazionale da una parte, e la contemporanea crescita delle comunità musulmane immigrate in molti Paesi europei dall’altra hanno suscitato particolare interesse verso l’Islam. Una delle conseguenze di questa attenzione è che alla religione islamica sono è stata attribuita la responsabilità per molti dei problemi che affliggono i musulmani e le loro relazioni con il mondo esterno. La difficoltà degli immigrati musulmani ad integrarsi nelle società in cui si trasferiscono; l’adozione di metodi violenti come la pratica del terrorismo suicida; fino alla vera e propria situazione politica, sociale ed economica di molti Paesi Musulmani, secondo molti analisti e studiosi, sarebbero infatti direttamente riconducibili agli insegnamenti del Corano.
In una serie di articoli, di cui questo è il primo, si vuole affrontare e analizzare il ruolo dell’Islam nel mondo di oggi, di ieri e anche di domani. Il nostro obiettivo è quello di insinuare dei dubbi rispetto alle molte certezze che spesso vengono espresse, e che sembrano essersi affermate, almeno in alcuni segmenti dell’opinione pubblica. Questo primo articolo affronterà il tema delle condizioni politiche, sociali ed economiche dei Paesi musulmani e cercherà di capire “cosa è andato storto” nel loro processo di modernizzazione. Nei prossimi articoli ci occuperemo del rapporto che la religione islamica ha con la democrazia e con la guerra. Più precisamente, tenteremo di capire se l’Islam è incompatibile con la democrazia e se, allo stesso tempo, essa è davvero, come molti sostengono, una religione “sanguinaria”.