Robin Hood, il principe degli esattori

di Redazione Epistemes

La Robin Hood Tax è “una risposta inefficace e populista a un problema serio”, che rischia di condurre il nostro paese “fino in fondo sulla via lastricata di buone intenzioni”. Lo affermano Piercamillo Falasca, redattore di Epistemes e fellow dell’Istituto Bruno Leoni, e Carlo Stagnaro, direttore Energia e ambiente dell’IBL, nel Briefing Paper “Robin Hood, il principe degli esattori“.

Nel paper, gli autori analizzano nel dettaglio le principali misure contenute nella Robin Tax, e ne valutano conseguenze ed effetti. “In generale – scrivono Falasca e Stagnaro – l’aggravio aggiuntivo a cui le imprese del settore energetico saranno soggette potrà riversarsi su tre voci: i prezzi per i consumatori, gli investimenti del settore energetico, i dividendi per gli azionisti. In tutti i casi, le conseguenze saranno negative”.

Anche per quel che riguarda il gettito, secondo Falasca e Stagnaro il governo ha compiuto una scelta discutibile destinandolo alla fiscalità generale. In conclusione del paper, gli autori propongono alcune modifiche alla Robin Tax per “correggere l’incorreggibile”. Per esempio, propongono una serie di accorgimenti che potrebbero limitarne l’ambito di applicazione ai profitti davvero “straordinari” (dove esistono) delle compagnie energetiche, e suggeriscono di destinare il gettito all’abbattimento del debito pubblico o a integrare il reddito delle fasce più deboli della popolazione. “Scopo del paper – concludono Falasca e Stagnaro – è anche quello di riabilitare la figura di Robin Hood, che nell’antica leggenda inglese combatteva i soprusi dello sceriffo di Notthingham, mentre nella realtà italiana sembra quasi lavorare per lui”.

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