La Grecia, l’Unione Europea e il dilemma del prigioniero

di Mario Seminerio – Libertiamo

Dopo una fase di calma apparente, più mediatica che reale, seguita all’annuncio dell’accordo tra Unione europea e Fondo Monetario Internazionale sulla predisposizione di un intervento di sostegno finanziario per la Grecia, la scorsa settimana il problema è riesploso in tutta la sua gravità, innescato da una serie di circostanze, dichiarazioni ed eventi.

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Cosa ci dice il video di Wikileaks sull’Iraq

di Andrea Gilli

48 ore fa circa, il sito di intelligence wikileaks.org ha pubblicato il video di un attacco americano in Iraq. I fatti risalgono a tre anni fa. I soldati americani ingaggiarono un conflitto a fuoco. Morirono dodici civili, due dei quali erano giornalisti della Reuters. In seguito ai fatti, la stessa agenzia di stampa chiese un’indagine. Il Pentagono la portò avanti e concluse che non c’era stato alcun errore da parte americana. La pubblicazione del video mostra una verità più complessa.

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Proteggere il mercato, non le imprese

Capitalismo oligarchico e “primato della politica”

di Mario Seminerio – Libertiamo

Una storia di ordinario turbocapitalismo globalizzato del Ventunesimo secolo. E’ quella dell’acquisizione della britannica Cadbury da parte della statunitense Kraft. Lo schema è sempre quello, logoro ma ancora efficace: il CEO di Kraft, Irene Rosenfeld, porta a casa un aumento del 41 per cento della compensation, che tocca i 26 milioni di dollari, per aver compiuto l’acquisizione di Cadbury. E’ importante sottolineare che noi non sappiamo, oggi, se questa operazione produrrà valore per gli azionisti. In passato spesso è accaduto l’opposto: sinergie inesistenti, taglio di costi fantasioso.

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Il mensile – Marzo 2010

Economia La sanità americana era malata, ma non è detto che la ‘cura Obama’ funzioni Controlli sui capitali, svolta storica? Ma la colpa non è dei CDS Relazioni Internazionali Cooperazione in armamenti, lettera al FT Perché Bush non ci aveva visto giusto Il Nobel per la Pace a internet (?)

La sanità americana era malata, ma non è detto che la ‘cura Obama’ funzioni

di Mario Seminerio – Libertiamo

La riforma della sanità statunitense è ormai prossima a diventare realtà. Il suo obiettivo strategico, ampliare il pool dei soggetti assicurati, verrà ottenuto attraverso l’obbligo di assicurazione con erogazione di sussidi alle famiglie che non possono permettersi di sottoscrivere una polizza. Resta il sistema di assicurazioni private, non essendo presente la discussa public option, tanto cara all’ala liberal dei Democratici. Secondo i sostenitori della riforma i premi dovrebbero scendere, in conseguenza proprio della riduzione della morbilità attesa nel pool degli assicurati (oggi gli uninsured sono soprattutto soggetti giovani ed in salute, che spesso non si assicurano a causa dei costi della copertura). Le assicurazioni non potranno più ricusare l’assicurato, spesso con artifici al limite della truffa, come la retrodatazione di patologie insorte successivamente alla stipula della polizza.

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Controlli sui capitali, svolta storica?

di Mario Seminerio

Nel suo ultimo articolo, scritto per Project Syndicate, Dani Rodrik (economista eterodosso come può esserlo chi si discosta dai precetti di assoluta libertà dei movimenti di capitale) segnala un importante mutamento di rotta da parte del Fondo Monetario Internazionale, che lo scorso 19 febbraio ha pubblicato una nota di policy in cui si sostiene che tassazione e restrizioni sugli afflussi di capitale possono essere utili, oltre a rappresentare uno strumento “legittimo” dell’armamentario dei policymaker.

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Cooperazione in armamenti, lettera al FT

di Andrea Gilli

Su Financial Times di alcuni giorni fa, c’era un editoriale abbastanza discutibile sulla cooperazione in armamenti tra Francia e Inghilterra. Ho spedito una lettera al FT che però non è stata pubblicata. Dopo aver letto il loro editoriale, vale la pena leggere la mia risposta.

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Perché Bush non ci aveva visto giusto

di Andrea Gilli

Domenica si sono tenute in Iraq le elezioni politiche. Al di là della precaria situazione che ancora caratterizza il Paese, questo passo non solo è fondamentale ma rappresenta anche un importante traguardo. Ciò non significa, però, che tutti i problemi dell’Iraq siano risolti. Tanto meno, ciò significa che Bush ci avesse visto giusto.

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