Cipro, sempre meno offshore, resta nell’euro. Monito per Malta e Lussemburgo?

di Mario Seminerio – Libertiamo

Ed alla fine, il salvataggio di Cipro e la “ristrutturazione” del suo ipertrofico sistema creditizio presero forma, dopo una settimana sprecata (a Cipro) in recriminazioni, voti contrari del parlamento, richieste inascoltate di aiuto alla Grande Madre Russia, ed altrettanto sdegno nell’opinione pubblica di parte dell’Eurozona, segnatamente in Italia, dove si continua a capire assai poco dell’intera vicenda e della proteiforme natura della crisi, ma dove ormai prevalgono pavloviani moti di sdegno contro l’Europa, anche quando dovrebbe apparire più o meno evidente che di soluzioni ottime non ne esistono.

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Euro, e se facessimo il referendum?

Default e crack delle banche, disastro totale

di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano

Nei giorni scorsi, Beppe Grillo ha parlato della necessità di tenere un “referendum sull’euro”, per restituire ai cittadini la sovranità perduta. Nobile intento, scalfito dal fatto che un referendum sull’euro non può essere celebrato, poiché coinvolge trattati internazionali. Il punto vero è cosa ci attenderebbe se assumessimo la decisione di uscire dalla moneta unica.

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Doppio cappio all’Europa: rigore e guerra delle valute

di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano

Nei giorni scorsi il presidente francese, François Hollande, ha levato la propria voce contro una eccessiva rivalutazione dell’euro, in un momento in cui si torna a discutere del rischio di guerre valutarie globali, dopo che il nuovo primo ministro giapponese, Shinzo Abe, ha di fatto commissariato la banca centrale del proprio paese, inducendola a fissare un ambizioso obiettivo di inflazione al 2 per cento annuo, nel tentativo di sradicare la deflazione che piaga il paese da ormai un ventennio e deprezzare lo yen per rilanciare le esportazioni e sostenere la crescita.

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Obama contro S&P

Più di un processo, serve una legge sui conflitti di interesse delle agenzie di rating

di Mario Seminerio – Libertiamo

Martedì scorso, l’Amministrazione Obama ha formalmente accusato l’agenzia di rating Standard& Poor’s di aver mentito agli investitori sul reale stato del mercato immobiliare statunitense nell’imminenza dello scoppio della bolla subprime, perché ciò avrebbe significato perdere clienti, cioè le società che richiedono l’emissione di un rating su proprio debito. La mossa ha conseguenze potenzialmente di vasta portata, non solo per S&P ma più in generale per tutto il sistema delle agenzie di rating, ed è verosimilmente destinata a causare ampi fraintendimenti anche a casa nostra, dove già vi sono evidenze di un improprio protagonismo di frange della nostra magistratura inquirente, nella più placida inconsapevolezza di una politica che ha ormai perso il polso dei tempi. Ma andiamo con ordine.

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Ridurre le tasse è un miraggio

di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano

La promessa di Silvio Berlusconi di restituire l’Imu sulla prima casa utilizzando di fatto i soldi del risparmio postale degli italiani contenuti nella Cassa Depositi e Prestiti, è solo l’ultima di una serie di miraggi elettorali che tendono a perdere completamente di vista sia lo stato della congiuntura che soprattutto il “vincolo esterno” per il paese, cioè gli impegni europei a rispettare quel “risanamento” di matrice ideologica tedesca che finora ci ha regalato qualcosa di molto simile ad una depressione economica.

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Tutto sull’F-35 JSF – per l’ultima volta

di Andrea Gilli

Impegnato in questioni più rilevanti, apprendo che l’F-35/Lightning II Joint Strike Fighter è di nuovo tra i temi principali della campagna elettorale. Ne ho già scritto, più volte. Ripeto, in modo sintetico, ancora – spero – le poche cose da dire a proposito (per un articolo sulla storia del programma, si veda qui).

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Agenti CIA, soffiate e condanne

di Andrea Gilli

La scorsa settimana, John Kiriakou, ex-agente CIA, è stato condannato a trenta mesi di prigione. La sua colpa? Aver svelato il nome di un agente sotto copertura ad un giornalista. Per la cronaca, il nome non è mai uscito sui giornali. Come reagire alla notizia? C’è da rallegrarsene, in quanto contribuirebbe a contrastare il dilagante fenomeno della rottura della segretezza in ambito di sicurezza nazionale, oppure dovremmo avere qualche preoccupazione in più, in quanto la condanna rappresenterebbe una riduzione della libertà di informazione?

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Aumentare le tasse per le aziende militari?

di Andrea Gilli

Sul Washington Post di qualche giorno fa, Walter Pincus, defense correspondent del medesimo quotidiano ha (ri)proposto l’idea di introdurre un’imposta sugli extra-profitti delle aziende militari. La ratio sarebbe la seguente: in tempo di guerra, i contractors della difesa fanno altissimi profitti. Ciò permette a pochi (le aziende) di guadagnare sul sacrificio di molti (la popolazione e i suoi soldati). Pertanto, lo stato dovrebbe riprendersi parte di quei fondi.

L’idea mi pare parecchio bislacca e per diverse ragioni.

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