di Andrea Gilli – @aa_gilli
Per assenza di tempo non posso tornare sulle implicazioni della nuova strategia americana svelata da Obama la scorsa settimana. Liz Quintana e Lisa Aronsson del RUSI discutono però elementi che non ho trovato da altre parti e che quindi meritano attenzione.
Nel weekend ho cercato di ragionare sulle implicazioni strategiche per l’Europa di questa nuova defense posture. Non ho trovato molte risposte, ma la mia impressione è che, forse, l’Europa ne possa beneficiare. Obama – finora – ha deciso un (nuovo) ritiro americano dall’Europa: 3-4.000 soldati (un’intera brigata). Probabilmente in futuro verranno nuovi tagli alla presenza USA.
La mia impressione/speranza è che, dal venir meno della presenza americana in Europa emergano i giusti incentivi per favorire una più efficace cooperazione militare nel Vecchio Continente. Vedremo. Finora, Uncle Sucker pagava e l’Europa faceva festa. Ora Uncle Sucker sta finendo i soldi e, sorpattutto, deve risolvere altri problemi. Ciò chiederà necessariamente un ruolo maggiore dell’Europa negli affari militari a livello internazionale (Africa, Medio Oriente, Balcani). Il fatto è che la crisi finanziaria, da una parte, e le necessità del campo di battaglia, dall’altro, richiedono maggiore integrazione militare europea. L’integrazione avvenuta finora è stata limitata perché l’onore militare è sempre stato spostato sugli USA. Ma, appunto, ora le cose potrebbero cambiare. Se è così, prepariamoci ad una nuova ondata di fusioni e acquisizioni in Europa, licenziamenti (Fincantieri anyone?) e, probabilmente, anche alla fine di qualche colosso militare. Il tempo nel quale qualcuno sviluppa armamenti solo per venderli e altri combattono potrebbe essere finito. Se non vi viene in mente a chi mi sto riferendo, non dovete guardare molto distante. C’è da capire come ciò influenzerà la geografia militare e industriale europea.
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