Gates, la NATO e la spesa per Difesa

di Andrea Gilli

Due settimane fa, nella sua visita a Bruxelles il Segretario della Difesa USA, in uscita, Robert Gates, ha duramente criticato i membri europei della NATO per l’assenza di sforzi reali nel campo della difesa: la spesa è bassa, inefficiente, non integrata. Il risultato è, sempre più, una NATO a due velocità, dove gli Stati Uniti si accollano l’onere umano e finanziario della difesa comune, mentre l’Europa sta a guardare. Su Defense News dovrebbe apparire un mio commento a proposito, riassumo qui la questione.

In primo luogo, non c’è nulla di nuovo sotto il sole. L’unica vera novità riguarda il fatto che Gates abbia chiaramente detto che, se le cose non cambiano, gli americani un giorno possono chiedersi se spendere soldi nella NATO serva.

Il discorso di Gates omette un punto centrale: si chiama free-riding. Fino a quando gli USA pagheranno la sicurezza europea, i Paesi europei avranno poco incentivo a pagare il conto. Gates usa il caso della Libia per evidenziare i problemi in corso. A mi modo di vedere, la Libia conferma il mio ragionamento: UK e Francia volevano a tutti i costi attaccare Gheddafi. Gli USA non avevano interessi in gioco. Ciononostante, la campagna è stata resa possibile solo dall’intervento americano, specie nella prima fase nella quale i missili di precisione USA hanno annientato le difese anti-aeree libiche.

ll risultato è che I Paesi europei continuano a fare distinguo sul loro coinvolgimento in Libia mentre gli USA hanno oramai speso circa un miliardo di dollari per l’operazione (poco meno di un decimo di quanto l’Italia spende in tutto un anno per la sua difesa). Se gli USA non avessero appoggiato la missione, l’Europa avrebbe dovuto prendere decisioni più mature: o non si va, o se si va, ci si attrezza adeguatamente.

Finchè l’Europa sarà in pace e sicura, non ci sarà ragione per spendere di più o meglio (licenziando o congedando militari, operai dell’industria della difesa, burocrati del Palazzo, etc.). Se gli USA vogliono che l’Europa sia più autonoma militarmente, devono ridurre il loro coinvolgimento nel vecchio continente.

Ovviamente, ciò ha dei costi politici: l’Europa potrebbe poi diventare più independente politicamente dagli USA. O si vuole la botte piena o la moglie ubriaca. In un periodo di crisi economica, e nel quale altre minacce emergono all’orizzonte (Cina, etc.) gli USA devono scegliere.

A mio modo di vedere, è arrivato il momento.


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