Legal Standard? Tremonti spiega perché lo stato è “più uguale” del cittadino

di Mario Seminerio – Libertiamo

Sotto i colpi della crisi finanziaria, che in realtà per il nostro paese è crisi fiscale conclamata, cade anche la rivoluzione brunettiana della semplificazione burocratica. Con una nota di 8 pagine e 14 punti, il ministero dell’Economia ha bocciato tutte le novità contenute nel ddl che doveva dare efficienza ed equità alla pubblica amministrazione, costringendo al rinvio in commissione Affari costituzionali.

Invocando nientemeno che l’articolo 81 della Costituzione, il ministero guidato da Giulio Tremonti boccia la norma che introduce l’obbligo per la P.A. di rispettare i termini di pagamento nei confronti dei privati, perché con esso si determinerebbe “un’accelerazione degli esborsi con conseguenti effetti negativi in termini di indebitamento e fabbisogno”. Inoltre, “si pongono le premesse perché i cittadini possano avere diritto a ottenere indennizzi o risarcimenti, con ulteriori aggravi di finanza pubblica”. Di particolare protervia appare poi lo stop all’articolo 10 bis del ddl semplificazione, sull’analisi dell’impatto della regolamentazione, con l’introduzione del divieto di nuovi oneri amministrativi a carico di cittadini e imprese senza dimostrare di averne ridotti o eliminati altri. Come scrive via XX Settembre, ciò finirebbe col condizionare “il regolare svolgimento dell’azione amministrativa al previo contenimento degli oneria carico dei cittadini e delle imprese”.

E non sia mai detto che questi cittadini possano giungere ad avere la precedenza sulla pubblica amministrazione, o addirittura ad avanzare diritti a risarcimento! E non sia mai che le imprese creditrici della p.a. medesima possano contare su data certa per riavere il proprio denaro, senza dovere passare dalle forche caudine del credito bancario, per colmare tensioni di tesoreria. Nossignori, esiste l’articolo 81 della Costituzione. Che tuttavia esiste da parecchi decenni, senza essere riuscito ad impedire l’accumulo dello stock di debito pubblico che ci portiamo dietro. E’ vero che Tremonti si è posto il compito di guardiano della contabilità e che la politica va fatta altrove, ma compito di un governo è quello di offrire certezza del diritto e tutela dei diritti di proprietà ai propri cittadini, e tra tali diritti figura anche quello di tempi certi nei rapporti con la pubblica amministrazione. E’ lo stesso doppio standard che costringe gli eredi a pagare immediatamente i tributi del de cuius con un F24 e attendere almeno tre anni per ottenere eventuali rimborsi di crediti d’imposta. Siamo sudditi, non sovrani. Con buona pace delle “rivoluzioni liberali” di cui sentiamo parlare da oltre un quindicennio.

E’ davvero difficile parlare di Legal Standard o di “manovra etica” quando le esigenze di cassa del Tesoro prevalgono sui diritti dei cittadini e delle imprese. Per questo il governo dovrebbe intervenire e “fare politica“, correggendo questa sindrome da Leviatano che caratterizza il nostro paese, sotto governi di ogni colore politico. Ma non accadrà, si preferirà stupirvi con effetti speciali, e dirvi nei giorni pari che “c’è la crisi” e in quelli dispari che “ne usciremo meglio di altri”. Magari con un bel taglio all’indennità parlamentare.

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