Una bella storia di plagio

di Mauro Gilli

Chi mi conosce sa che ho due grandi difetti: non sono particolarmente umile e sono pignolo. Si può facilmente intuire quale è stata la mia reazione quando ho letto l’articolo di Arturo VarvelliCosa succederà quando gli USA non saranno più potenza” in cui viene riassunto il libro di Robert Gilpin, War and Change in World Politics.

Vista la poca conoscenza della materia nel nostro Paese, ho immediatamente pensato che un autore italiano che riassume il libro di Gilpin ha verosimilmente letto uno dei vari articoli che ho scritto sull’argomento su Epistemes e lo ha riassunto.

E’ stata con grande sorpresa che ho constatato che mi sbagliavo. Arturo Varvelli non ha riassunto un mio scritto. Ha direttamente copiato alcuni paragrafi. Leggendo l’articolo, ho trovato in alcuni passaggi la mia inconfondibile prosa. Una prosa – è bene essere precisi – a volte un po’ meccanica, e che proprio per questo motivo mi ha spinto a verificare.

Il mistero è stato risolto molto velicemente usando il motore di ricerca google, e digitando i passaggi che mi parevano sospetti. L’articolo originale è consultabile qui, e si può facilmente confrontare con quello di Varvelli (in rosso le parti copiate). Ecco qui di seguito i passaggi incriminati, con il link ai risultati della ricerca.

“Secondo Gilpin, ogni sistema politico internazionale è in essere per difendere e promuovere gli interessi di chi lo ha creato (l’egemone statunitense, nel nostro caso). Ne consegue che ogni sistema politico rimarrà stabile fino a quando nessun attore avrà un incentivo a cambiarlo”[qui il link a google] [qui il link alla cache]

“Di fronte a questa sfida, a sua volta, il paese egemone può rispondere optando per un cambiamento dell’allocazione interna delle risorse (meno consumi e più investimenti, ad esempio), oppure per una diminuzione degli impegni internazionali: per esempio meno spesa in difesa o una ridefinizione delle proprie priorità di politica estera” [qui il link a google] [qui il link alla cache]

“Oppure, in caso estremo, può optare per una guerra preventiva. Tale guerra, che Gilpin chiama appunto egemonica, in quanto porterà ad una redistribuzione di potere tra gli stati, è quella che storicamente ha portato al cambiamento a livello internazionale. La guerra del Peloponneso tra Sparta e Atene, la Guerra dei Trent’anni, le Guerre Napoleoniche, e infine la Prima e la Seconda Guerra mondiale sono tutte guerre che sono state combattute per i cambiamenti di forza a livello internazionale, inevitabilmente attraendo nel conflitto tutti i principali protagonisti (grandi potenze) del sistema.”[qui il link a google] [qui il link alla cache]

“Se Gilpin ha ragione, e se gli Stati Uniti sono destinati ad un declino relativo per via di forze sia strutturali (crescita di altri paesi)… questa situazione porterà a una maggiore instabilità globale” [qui il link a google] [qui il link alla cache]

Arturo Varvelli è ricercatore all’ISPI, ha un dottorato e ha ricevuto diversi assegni di ricerca, così dice il sito dell’ISPI. Francamente, è triste scoprire che chi insegna e scrive di politica internazionale vada a copiare un articolo pubblicato su internet. Soprattutto visto che l’articolo in questione era rivolto agli studenti liceali e universitari interessati e a chi non ha competenze in materia. Un comportamente, per inciso, che solleva alcuni dubbi sulle reali conoscenze dell’interessato.


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