di Mauro Gilli
Torno ad occuparmi dell’Unità d’Italia. In questo articolo voglio affrontare una questione importante: le differenze tra i diversi popoli che abitavano la penisola italiana prima dell’Unità. Una delle critiche generalmente rivolte al progetto unitario è di aver unito popoli diversi, con usi e costumi diversi. Questo sarebbe il peccato originale che avrebbe compromesso il processo di unificazione. Ignorando queste differenze, secondo i critici, Cavour, Mazzini e Garibaldi finirono per costruire un edificio con fondamenta di cartapesta. Allo stesso tempo, calpestarono e cancellarono anche culture e popoli che avrebbero preferito non assimilarsi al Regno di Sardegna.
Questa è una critica in parte corretta. Ma, come per tutti i fenomeni sociali, va contestualizzata. Come scritto in un precedente articolo, il processo di formazione degli stati nazionali in Europa ha avuto costi drammatici per le popolazioni che sono state soggiogate. Ciò è vero per alcune aree della penisola italiana, così come è vero per la Vandea in Francia; per la Catalogna e i Paesi Baschi in Spagna; per il Galles, l’Irlanda e la Scozia in Inghilterra; lo Schleswig-Holstein e altri territori più piccoli in Germania; e per i nativi americani e le isole Hawaii negli Stati Uniti. L’Italia non è dunque un’eccezione. La ricerca della sicurezza territoriale ha spinto gli stati europei ad espandersi, e così a commettere atrocità.
A differenza degli altri stati, però, lo Stato Italiano non ha compiuto nulla di paragonabile a quanto avvenuto altrove. La Spagna cacciò i “mori” (gli Arabi) e gli ebrei (quella che oggi chiamiamo pulizia etnica) alla fine del sedicesimo secolo; la Francia fece lo stesso con gli ugonotti (i calvinisti francesi) nel diciassettesimo secolo e in buona parte con gli abitanti della Vandea fino alla fine del diciannovesimo (che non furono cacciati, ma repressi nel sangue). Gli Stati Uniti usarono questi metodi per eliminare un problema alla creazione del loro stato, i nativi americani.
Il regno di Sardegna usò la forza, anche in maniera brutale. A differenza degli altri stati, però, in Italia le differenze tra i vari popoli non sono state eliminate. Esse sono rimaste. Ed è proprio per questo motivo che oggi l’Unità d’Italia è oggetto di controversie. Se l’Italia avesse adottato il sistema “spagnolo”, piuttosto che quello “francese” o quello “americano”, oggi l’Italia sarebbe popolata da un solo gruppo che si riconosce perfettamente nell’Unità. Come scritto in precedenti articoli, è importante fare una riflessione storica e politica seria sugli effetti e sulle conseguenze dell’Unità d’Italia. Ma questa riflessione deve essere seria. Deve anche riconoscere che il regime Sabaudo, con tutti i suoi limiti e i suoi difetti, fu molto meno brutale degli altri “colleghi” europei.
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