di Mauro Gilli
Negli ultimi anni abbiamo ricevuto numerose email, soprattutto da studenti universitari italiani (ma non solo), che ci chiedevano delucidazioni e consigli sui vari approcci teorici in relazioni internazionali. Cosa è il realismo? Cosa è la pace democratica? Chi sono i neoconservatori?
La verità, triste, è una: esistono poche fonti esaustive ed esaurienti in lingua italiana che possano rispondere alle domande di lettori assidui di giornali e riviste. In aggiunta, quelle poche fonti sono spesso inaccessibili a molti che, seppur interessati, non hanno il tempo di consultare manuali di testo, o addirittura la letteratura accademica esistente.
Con questo e con i successivi articoli vogliamo iniziare una serie che mira, senza alcuna pretesa di esaustività, ad offrire un punto di partenza a chi fosse interessato a capire i vari approcci (o scuole di pensiero, o paradigmi) esistenti nella disciplina relazioni internazionali. Tenteremo di fare il minore ricorso possibile a termini tecnici. Chiarimenti e spiegazioni dettagliate verranno relegate in note a fondo pagina per permettere una lettura scorrevole, senza privare chi fosse interessato di maggiori dettagli. In questo primo articolo introurremo due temi: cosa sono le relazioni internazionali; e quali sono gli approcci fondamentali.
Il punto di partenza: cosa sono le è “Relazioni Internazionali?”
Nel dibattito politico, in particolare relativamente alla politica estera americana, è facile incorrere in termini quali “realisti”, “neoconservatori”, “alleanze”, “grand strategy”. Si tratta di termini – questi come molti altri – che traggono origine dalla disciplina accademica delle Relazioni Internazionali. Per capire il dibattito tra realisti e neoconservatori, tra liberali internazionalisti e isolazionisti è necessario capire prima di tutto l’oggetto del contendere. Dopo di che, si può discutere delle varie interpretazioni e implicazioni di policy.
Il motivo è semplice. Sui giornali troviamo generalmente quelle che sono le implicazioni logiche di queste teorie, non le teorie stesse.Per poter valutare queste implicazioni logiche, ossia i vari suggerimenti di policy (per esempio promuovere la democrazia; attaccare l’Iran, etc.) è necessario valutare se questi suggerimenti siano appropriati oppure no. Per poterlo fare, bisogna conoscere cosa vi è a monte: i vari approcci teorici dai quali queste implicazioni logiche provengono.
Mi si permetta un esempio tratto dall’economia. Chi si oppone alle liberalizzazioni ignora il fatto che queste ultime aumentino l’efficienza. In questi articoli miriamo non ad argomentare a favore o contro le liberalizzazioni, quanto piuttosto ad illustrare i loro effetti sull’efficienza.
Attaccare l’Iran, oppure promuovere il dialogo? Promuovere i commerci con la Cina, in quanto questi portano la pace, oppure limitarli in quanto portano ad un suo rafforza mento economico, e quindi anche geopolitico e militare? Queste sono le domande che sorgono da una lettura veloce dei giornali. Le risposte possibili a queste domande provengono da scuole di pensiero diverse. Con questo articolo voglio introdurre le scuole di pensiero esistenti.
Dunque, che cosa sono le “Relazioni Internazionali”? La disciplina delle Relazioni Internazionali (acronimo inglese: IR) è una branca della scienza politica che mira a spiegare fenomeni, appunto, internazionali. Il primo e più importante è la guerra, quello per cui fu fondata la prima cattedra di relazioni internazionali all’Università di Aberystwyth, in Galles, dopo la prima guerra mondiale. Come mai gli stati fanno le guerre? Oltre alla guerra, vi sono altri fenomeni a cui gli studiosi di relazioni internazionali si dedicano: la cooperazione tra gli stati; la globalizzazione; gli effetti del sistema internazionale sugli stati, e l’effetto degi stati sul sistema internazionale; il ruolo delle organizzazioni internazionali, etc.
Per via del suo sviluppo, questa disciplina è fortemente combattuta al suo interno. Non esiste un paradigma di base accettato da tutti gli studiosi, o anche solo da una maggioranza relativa (come ad esempio in economia). Tra di essi, gli scambi sono spesso feroci. Per questo motivo, è opportuno approciare la disciplina considerando i diversi approcci esistenti.
Gli approcci fondamentali
Vi sono tre paradigmi dominanti in Relazioni Internazionali: il neorealismo, il neoliberalismo e il costruttivismo. Il neorealismo postula che il comportamento degli stati dipenda dalla struttura del sistema internazionale. Il neoliberalismo, sviluppatosi come critica del neorealismo, sostiene che vi sono due variabili più importanti della struttura del sistema internazionale: il tipo di istituzioni domestiche (democratiche o autocratiche, per esempio); e la presenza di istituzioni internazionali (ONU, WTO, etc.). Il costruttivismo, sviluppatosi anch’esso come risposta al neorealismo, sostiene invece che il comportamento degli stati, per essere capito, ha bisogno di essere analizzato considerando le norme e le idee esistenti in un dato periodo storico.
Sintetizzando: i neorealisti considerano il sistema internazionale; i neoliberali considerano le istituzioni (domestiche o internazionali); e i costruttivisti le norme e i valori esistenti. Nei prossimi articoli, illustreremo in maniera più specifica ognuna di queste scuole.
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