di Andrea Asoni
Qualche giorno fa la Confesercenti ha pubblicato un rapporto in cui si stima la ricchezza nazionale in qualche modo controllata dalla Mafia. Secondo questo rapporto il fatturato di Cosa Nostra ammonta a 90 miliardi di euro, ovvero piu’ o meno il 7% del PIL italiano. Con questa breve nota si vuole rammentare che anche quando si parla della piaga della criminalita’ organizzata, sarebbe meglio non comparare mele con pere.
Il PIL puo’ essere misurato in due modi: aggregando il reddito di persone e imprese (si parla infatti di reddito nazionale), oppure aggregando il valore aggiunto creato da ogni attivita’ economica. Tali misure dovrebbero essere uguali (salvo errori di misurazione). Il rapporto della Confesercenti stima invece il fatturato della Mafia, e ne valuta il peso sul reddito nazionale. Cosi’ facendo si raffrontano due grandezze non comparabili. Il fatturato infatti e’ ben diverso dal valore aggiunto.
Si consideri il seguente esempio (ultrasemplificato, non ce ne vogliate). Nell’economia ci sono solo due agenti economici. Il primo agente produce beni partendo da materie prime che sono gratis.
Tali beni vengono venduti al prezzo di un euro al secondo agente il quale li usa come materie prime e produce beni finali che vengono venduti per due euro.
In questo esempio il fatturato della prima impresa e’ di un euro e il fatturato della seconda impresa e’ di due euro. Il valore aggiunto e’ invece di un euro in entrambi i casi. Il PIL di questa semplicissima economia e’ due euro. Il fatturato totale pero’ e’ di tre euro. Immaginiamo ora che la seconda impresa sia la Mafia; secondo il criterio della Confesercenti, la Malavita rappresenterebbe il 100% dell’economia nazionale (il suo fatturato e’ di due euro ed equivale al PIL della nazione) mentre in realta’ rappresenta solo il 50% (il suo valore aggiunto e’ di un euro e il PIL, che e’ la somma dei valori aggiunti, e’ di due euro).
Per quanto ci riguarda la Mafia dovrebbe rappresentare lo 0% dell’economia nazionale; mentre aspettiamo che l’Italia si liberi da questo cancro per lo meno consoliamoci sapendo che la criminalita’ organizzata non rappresenta quasi il 10% dell’economia nazionale ma una cifra probabilmente molto inferiore.
Allo stesso modo non siamo molto convinti della definizione secondo cui la Mafia sarebbe “la prima azienda italiana”. Ovviamente la Mafia non e’ un’azienda ma un insieme di attivita’ economiche che puo’ essere assimilata ad un settore piuttosto che ad una singola azienda. Ma e’ ovvio che il titolo “la Mafia e’ la prima azienda italiana” fa piu’ sensazione che “la Mafia e’ un piccolo settore dell’economia italiana”.