La meccanica dei cambi fissi

di Mario Seminerio 

Vi siete mai chiesti come è possibile che l’acquisto di un computer (o di calzature, magliette ed altro) cinese da parte di un cittadino statunitense tenda a tradursi in un importo equivalente in debito statunitense verso il governo cinese?
Supponiamo che la Cina abbia un tasso di cambio fisso. Questo è stato vero fino a poco tempo fa, ed è ancora approssimativamente vero, malgrado la Cina consenta al cambio dello yuan una limitata flessibilità. Ecco come si svolge il processo.

1. Un cittadino statunitense compra un bene esportato dalla Cina. Per fare questo, egli (o il dettagliante da cui egli si rifornisce) deve pagare il produttore cinese in yuan. Per ottenere gli yuan, il compratore si rivolge al mercato dei cambi richiedendo yuan in cambio di dollari;
2. Questa operazione, per la legge della domanda e dell’offerta, crea pressione al ribasso sul dollaro ed al rialzo sullo yuan;
3. La banca centrale cinese, per contrastare la pressione sul cambio, interviene sul mercato dei cambi. Per impedire che lo yuan si apprezzi sul dollaro, essa fornisce al mercato yuan e compra dollari;
4. La banca centrale cinese ha ora acquisito dei dollari. Piuttosto che tenere questi dollari sotto forma di liquidità infruttifera, essa preferisce investirli in attività finanziarie che rendono un interesse. Decide quindi di comprare T-bills americani.

Al termine del processo, quindi, la decisione di un cittadino statunitense di acquistare un bene esportato dalla Cina ha indotto la Cina a detenere maggiori titoli del debito pubblico statunitense.

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6 risposte a “La meccanica dei cambi fissi”

  1. Avatar Freesta
    Freesta

    Condivido e aggiungo delle ragioni per cui la Cina finanzia il debito pubblico statunitense:

    1) perché se perdesse competitività la moneta cinese, sarebbe necessario affrontare il problema dell’inurbamento di una grande massa di contadini, che, a parità di competitività dei prodotti cinesi sui mercati internazionali, possono continuare invece a svolgere il loro lavoro;

    2) il sistema finanziario cinese è debole e la detenzione di una consistente riserva di valuta statunitense scongiura il rischio di attacchi speculativi;

    3) la Cina ha un consistente potere contrattuale nei confronti degli USA, detenendo grandi quantità di dollari.

    Aggiungo che le suddette considerazioni sono state fatte da Giavazzi in un suo articolo, ossia “Il debito americano? Nelle tasche dei Cinesi”

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  2. Avatar jlambri
    jlambri

    A questo punto una curiosità: come investiva la banca centrale cinese le lire, i marchi, i franchi ecc… e oggi gli euro di cui dispone grazie agli scambi commerciali con il Vecchio Continente? La Cina detiene ampie fette anche del nostro debito pubblico?

    Infine, essendo una meccanica di tassi fissi, non vale per l’Europa, vero?

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  3. Avatar ub
    ub

    Ciao Ragazzi complimenti davvero per il sito. E’ bello spere che c’è qualcuno che ragiona liberamente su quello che succede!

    Una domanda da profano della materia, relativametne al post di Freesta:
    – Perchè i contadini andrebbero nelle città se lo yuan perdesse competitività? Non perderebbero competitività anche i prodotti industriali delle città? E poi, l’attuale produzione agricola è oggetto di esportazione? E va bene i botti di Capodanno made in china, ma anche la frutta?
    Grazie e in bocca al lupo.

    Ub

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  4. Avatar Mario Seminerio
    Mario Seminerio

    La meccanica di tassi fissi vale anche per l’Area Euro e per qualsiasi altra area valutaria omogenea. Per definizione, l’accumulo di attività finanziarie estere avviene quando un paese ha un persistente surplus commerciale verso un altro.

    I contadini non andrebbero nelle città, ci sono già. Anche la produzione agricola rientra negli accordi della WTO sul commercio internazionale.

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  5. Avatar Freesta
    Freesta

    Sottolineo che le mie consderazioni, per quanto le condivida, non sonon mie.
    Per quanto riguarda l’inurbamento dei contadini nel caso di perdita di competitività dei prodotti cinesi, la ragione credo che sia dovuta alla capacità dello stato centrale di Pechino, grazie al surplus commerciale, di attivare delle politiche sociali integrative del reddito dei contadini cinesi, che, con la vendita dei soli prodotti agricoli, non riuscirebbero a sostentarsi da soli. Ciò appunto è possibile solamente grazie al fatto che i prodotti cinesi vanno a gonfie vele sui mercati internazionali. Se questo venisse meno, automaticamente non sarebbe più possibile operare la redistribuzione di risorse a favore dei contadini, che non riuscirebbero più a sopravvivere della sola attività agricola e migrerebbewro in citta a lavorare in fabbrica.

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  6. Avatar ub
    ub

    Grazie per il chiarimento.
    A presto

    Ub

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