Dal 1975 esiste l’EITC: è un assegno calibrato a beneficio dei lavoratori a reddito medio e basso, in particolare quelli con figli
di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano
Mentre in Italia si dibatte su un improbabile reddito di cittadinanza che, ove mai vedesse la luce, finirà ad essere un sussidio di fatto incondizionato ed un disincentivo all’offerta di lavoro, ci sono paesi che da molto tempo hanno cercato di supportare i cosiddetti working poor, chi lavora ma percepisce un reddito talmente basso da esporre al rischio povertà.
Negli Stati Uniti, dal 1975 esiste l’Earned Income Tax Credit (EITC), un credito d’imposta rimborsabile, che quindi arriva anche ai cosiddetti incapienti sotto forma di assegno, calibrato a beneficio dei lavoratori (inclusi gli autonomi) a reddito medio e basso, in particolare quelli con figli. Ai beneficiari, oggi circa 28 milioni di persone, viene assegnato un importo pari ad una percentuale dei loro redditi di lavoro sino ad un tetto, oltre il quale l’erogazione resta stabile per un intervallo di reddito, per poi ridursi progressivamente sino ad azzerarsi tra 39 mila e 48 mila dollari, per chi ha figli.
Nel 2017, l’importo massimo annuo ottenibile da una famiglia con un figlio era di 3.400 dollari, mentre saliva a poco più di 6 mila per tre o più figli a carico. Il lavoratore senza figli ha diritto ad un importo annuo di soli 510 dollari, perde il beneficio già intorno ai 15 mila dollari e deve inoltre avere il requisito aggiuntivo di un’età compresa tra 25 e 64 anni, vincolo che non si applica a chi ha figli.
Gli studi sin qui compiuti mostrano che l’EITC incoraggia al lavoro soprattutto i primi percettori di reddito, il cosiddetto capofamiglia, e parrebbe avere un lieve effetto di disincentivo per il coniuge a minor reddito in una coppia. Nel complesso, tuttavia, l’aumento di offerta di lavoro derivante dall’erogazione prevale sul calo di partecipazione al mercato del lavoro da parte del secondo percettore di reddito di una coppia.
L’EITC si è sin qui dimostrato una misura efficace di contrasto alla povertà, soprattutto infantile, senza deprimere l’offerta di lavoro, aiutando soprattutto le madri single. Uno studio stima che nel 2013 l’EITC e la sua misura gemella, Child Tax Credit, hanno tolto dalla povertà 9,1 milioni di americani, di cui quasi 5 milioni sono bambini.
Il costo di queste misure è pari al 3% della spesa federale, lo 0,7% del Pil, circa 130 miliardi di dollari l’anno. Alcuni legislatori del partito democratico hanno proposto il sostanziale raddoppio della misura, mentre un economista ha suggerito di abbinare l’EITC ad un modesto importo erogato incondizionatamente anche a chi non lavora, quindi un reddito universale di base disegnato in modo tale da non deprimere l’offerta di lavoro.
Al netto di queste proposte di revisione e potenziamento, che alimentano il dibattito intellettuale prima che quello politico, il disegno dei meccanismi è fondamentale, per non sprecare risorse fiscali e frenare l’offerta di lavoro. Quello che invece con alta probabilità accadrà da noi col reddito di cittadinanza.
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