La crisi non dipende dalla tassa sulla casa

di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano

Un paese in profonda crisi fiscale, ad alto rischio di avvitamento nella depressione che l’avvolge e di conseguente esito greco o portoghese, entro un quadro demografico fortemente sfavorevole. Un paese che riesce, quasi per grottesca maledizione, a creare furiosi dibattiti pubblici su temi di purissima irrilevanza economica, in una straniante rappresentazione dell’assurdo. Questa è l’Italia ai tempi dell’Imu sulla prima casa, una patrimoniale immobiliare a cui un bizzarro spin del Pdl ha conferito l’impegnativo, surreale ed inesistente ruolo di catalizzatore della rinascita italiana, giungendo a farla preferire, senza alcun fondamento o razionalità economica, ad interventi diretti sul costo del lavoro, di cui abbiamo disperato bisogno anche solo per difendere centinaia di migliaia di posti di lavoro che potrebbero essere spazzati via nei prossimi mesi.

Per paradosso, un paese che ha fatto così bene i compiti a casa, da non poter chiedere a Bruxelles e a Berlino di poter allungare i tempi verso l’equilibrio di bilancio già raggiunto. Una classe politica ormai drammaticamente dissociata dalla realtà ed affetta da un vero e proprio “pensiero magico” in materia economica, in grado ormai solo di mostrare ad un elettorato confuso ed angosciato il miraggio dell’intera agenda di riforme che andavano applicate alla nostra economia negli ultimi quindici anni almeno, sostituite invece da altrettanti dibattiti sul nulla. Asili nido, quoziente familiare, scimmiottatura di modelli di welfare di altri paesi: massima ideologia, a destra come a sinistra, e massima paralisi decisionale ed operativa. Anche questa crociata sull’Imu produrrà analogo esito.

Restiamo sotto tutela esterna proprio per questo continuo scambiare i desideri per la realtà, e così facendo non ci accorgiamo che la crisi sta già cambiando profondamente il panorama economico, desertificandolo. Un paese dei tatticismi esasperati e della tragica miopia del futuro. Anche per questo c’è motivo di grande pessimismo sull’esito di questa crisi.


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