di Andrea e Mauro Gilli
Gli scandali sessuali che travolgono la politica italiana non ci interessano. Non ci interessavano quando coinvolsero Silvio Sircana e Piero Marrazzo né ci interessano oggi. Per questo li abbiamo sempre ignorati. C’è un problema, però, che troviamo particolarmente fastidioso e che ci costringe a toccare questo argomento. Si tratta della notizia, riportata nei giorni scorsi da alcuni giornali e ripresa due sere fa alla trasmissione L’Infedele che il presidente Silvio Berlusconi non partecipò ai funerali di Alessandro Romani, né andò ad accogliere la salma al suo arrivo in Italia, perchè impegnato in una delle suoe ormai celebri feste.
Non si tratta di fantasiose ricostruzioni. Ci sono le trascrizioni delle telefonate tra il Presidente del Consiglio e il consigliere regionale Nicole Minetti e tra alcune delle ragazze che hanno partecipato a queste due serate (il 19 e il 20 settembre) a non lasciare molti dubbi. Conosciamo il refrain: quei documenti non sarebbero dovuti diventare di pubblico dominio. Il punto è che ora lo sono, e sul loro contenuto va fatta una seria riflessione politica. Chi vuole, li può leggere qui.
Il nostro giudizio non è morale, non è legale, ma è politico. Alcuni anni fa, su un blog che non esiste più, chi scrive lanciò un’iniziativa. Si chiamava “Io sto con le Forze Armate”. Ancora oggi è possibile trovare un link su alcuni blog e siti che la riprende. Si trattava della nostra risposta ad affermazioni e atteggiamenti da parte del Governo di Centro-Sinistra che trovavamo scomposti verso le forze armate.
Indipendentemente dal giudizio sulle missioni che sono chiamati a compiere, indipendentemente dal motivo per cui entrano nell’esercito, i soldati italiani svolgono un mestiere difficile e pericoloso. E ogni tanto, qualcuno di loro torna a casa in una cassa di legno. Così come a volte succede ad altri ufficiali pubblici come poliziotti, magistrati, e politici. Perchè il lavoro che svolgono mette a repentaglio la loro vita, i soldati meritano il rispetto di tutti gli italiani, e soprattutto delle più alte cariche dello stato.
Che il Presidente del Consiglio non sia andato al funerale di Alessandro Romani è già grave. Apprendere che la sua assenza fosse dovuta ad una di queste feste con ragazze e donne di buon o cattivo costume non è solo desolante, è anche deplorevole. Il Presidente del Consiglio è libero di passare il proprio tempo libero come meglio crede. Non spetta noi dare giudizi sulla sua vita privata. Ha il dovere, però, di mostrare rispetto per un ragazzo morto mentre svolgeva il suo dovere, e di stringersi intorno alla sua famiglia, quando ne commemora la morte.
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