di Andrea Gilli
L’amico, e collega, Philippe Bracke, mi ha posto alcune domande sul ruolo e l’utilità dei servizi segreti. I suoi dubbi, e le mie risposte, sono apparse sul suo blog. Qui di seguito riporto la nostra conversazione.
Caro Andrea,
Il tuo ultimo articolo sui fallimenti dell’intelligence americana ha scatenato in me una serie di ragionamenti:
– tutti gli stati hanno i loro servizi segreti;
– i servizi sono dotati di “super poteri” (come i personaggi dei fumetti) che li pongono al di sopra della legge comune;
– i super poteri non rendono immuni dagli errori e l’incompentenza;
– i super poteri incoraggiano comportamenti contrari all’interesse comune (spionaggio degli avversari politici, depistaggi, eccetera).
Non sarebbe meglio eliminare del tutto i servizi segreti e affidare i loro compiti a polizia ed esercito?
Con stima,
Philippe (La Pulce nell’Orecchio – http://lapul.blogspot.com)
Caro Philippe,
per rispondere alla tua domanda, bisogna prima fare un’introduzione. Le relazioni politico-militari, per la loro delicatezza, sono rette da una logica zero-sum. La ragione è che la cooperazione richiede fiducia. Ma la ragione per cui ogni stato ha un apparato di sicurezza è proprio che non ha fiducia negli altri. L’Iran può promettere di non usare armi atomiche contro di noi, ma chi vorrebbe vivere con la sola possibilità che la promessa non sia mantenuta?
Dunque, se in economia, la logica che funziona è quella dell’efficienza, nel campo della sicurezza, la logica dominante è quella dell’indipendenza. Ecco perchè, spesso, per la logica dell’indipendenza, molti Paesi fanno scelte economicamente inefficienti. Ma non c’è da stupirsi, lo stesso Adam Smith ammoniva che prima dell’opulenza, la politica doveva pensare alla sicurezza.
Ora veniamo alle tue osservazioni. Questa prima introduzione serve per rispondere alla tua terza asserzione.
3) i super poteri incoraggiano comportamenti contrari all’interesse comune (spionaggio degli avversari politici, depistaggi, eccetera).
Non mi è chiaro come e cosa tu definisca per “interesse comune”. Se l’interesse comune, per te, è la cooperazione internazionale, hai torto e hai ragione. Certo, la presenza stessa dei servizi segnala l’assenza di fiducia, e quindi una certa volontà di usare strumentalmente e cinicamente la predisposizione degli altri a cooperare, così da servire i propri fini. Il punto è che, se in economia la scarsità dei beni rende gli individui egoisti, in questo campo, l’insicurezza e l’incertezza rendono gli Stati avversi alla dipendenza. In altri termini, l’esistenza dei servizi segreti non è causa, ma consequenza, di un mondo (quello internazionale), dove i Paesi si temono a vicenda. Non sorprende che in questo mondo, come diceva Hobbes, dove la vita è bruta, corta e orrenda, gli Stati si lascino andare a comportamenti altrettanto bruti e orrendi.
1) I servizi segreti sono dotati di super poteri che li pongono sopra la legge comune.
Anche in questo caso, a mio modo di vedere, hai solo parzialmente ragione. Nel senso che i servizi sono comunque regolati da leggi e regolamenti e così il loro comportamento. La differeza è che sull’attività dei servizi vige il segreto di Stato. Dunque, un agente dei servizi può compiere, se necessario, delle attività anche illegali (comunque circoscritte dalla legge) per cui non sarà processato e su cui nessuno, tranne gli organi di garanzia, ha accesso (in Italia, il COPASIR). Senza pensare all’omicidio, basti ricordare le intercettazioni o lo spionaggio. Ma se ragioniamo, anche la magistratura può svolgere, nella legge, queste attività altrimenti fuori dalla legge. A mio modo di vedere, ciò che differenzia i servizi è la sensibilità della materia che trattano, da cui deriva il segreto di Stato. Ma ragionando, non è, poi, una caratteristica così anormale: la Magistratura rispetta il segreto istruttorio. I servizi il segreto di Stato. La ragione è quella di non compromettere le loro attività.
Trovare, però, nelle attivittà straordinarie dei servizi la causa di alcuni mali del mondo mi pare analogo a dire che il potere della magistratura è la causa della criminalità.
2) I super poteri non rendono immuni dagli errori e dall’incopentenza.
Assolutamente. I servizi sono burocrazie e come tali sono anch’essi soggetti alle dinamiche burocratiche. Se prendiamo le principali riviste sull’intelligence, per esempio INS e IJICI, vediamo come molti dei fallimenti di intelligence siano dovuti esattamente ai problemi che affliggono le burocrazie: routine, self-serving policies, etc. La domanda da farsi, però, è ceteris paribus: senza servizi, avremmo meno errori e meno incompenteza? Io non credo. Gli agenti dei servizi operano in situazione di pericolo e di incertezza per le quali non solo è necessaria una particolare cornice giuridica, ma anche particolare sensibilità. Sensibilità che richiede addestramento e professionalizzazione.
A fine della tua lettera, chiedi dunque se non sia meglio abolire i servizi e affidare i loro compiti a polizia ed esercito. Proprio quanto dicevo sopra, a mio modo di vedere, contraddice questa logica. Perchè i servizi richiedono un personale preparato a determinate attività per le quali nè esercito nè polizia sono pronti. A meno di non creare squadre di elite al loro interno. Squadre per cui si creano poi particolari cornici giuridiche. A cui poi si pone il Segreto di Stato. Questo è esattamente il modo con cui si sono sviluppati i nostri servizi segreti.
Le banche centrali, specie la Fed, con le loro politiche monetarie espansive hanno fortemente contribuito alla crisi attuale. Non hanno previsto. E dove hanno previsto hanno sbagliato. Ma questa è una ragione per abolirle? Non penso. Lo stesso credo valga per i servizi.
Con stima,
Andrea
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