di Redazione Epistemes
Più volte, nel corso degli ultimi cinquant’anni si è parlato di fine dell’era americana. Oggi, l’era americana è anche l’era unipolare. La fine della prima, dunque, passa attraverso la seconda. L’unipolarismo, il periodo storico iniziato con la fine della guerra fredda e caratterizzato appunto dalla presenza di una sola grande potenza, sembra essere arrivato alla fine. La rapida crescita economica, e quindi anche politica e militare, di Cina e India, alla quale si affianca quella di Russia e Brasile, sembra infatti non lasciare altra possibilità che l’emergere di una nuova era multipolare.
Mauro Gilli, nel suo “La fine dell’era unipolare?“, affronta questo tema. Recensendo il nuovo libro di Fareed Zakaria The Post-American World, Gilli sottolinea come sia ancora presto per parlare di era multipolare. Gli Stati Uniti rimangono ancora lo stato più forte al mondo. Allo stesso tempo, non bisogna ignorare la possibilità che la crescita di queste nuove grandi potenze possa essere offuscata dai problemi di natura interna che le affliggono. Ciononostante, per via delle loro dimensioni demografiche, economiche e geografiche, sembra ormai obbligatorio accettare il fatto l’era unipolare stia volgendo al termine. Ciò, pone delle sfide importanti per gli Stati Uniti, sia a livello domestico, che – ancora più importanti -a livello internazionale. Sapranno cogliere questa sfida? E sapranno rispondere in modo adeguato? Le scelte degli Stati Uniti determineranno in buona parte il futuro dei prossimi decenni.
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