di Mario Seminerio – © Libero Mercato
La pubblicazione della stima “flash” sul prodotto interno lordo dell’Area Euro del primo trimestre 2008 ha evidenziato una sorpresa positiva sulla crescita, che è risultata dello 0,7 per cento trimestrale destagionalizzato, sopra le aspettative, poste a 0,4-0,5 per cento. In particolare, la maggior sorpresa si è avuta in Germania dove, con un più 1,5 per cento trimestrale, il pil ha segnato la più forte crescita trimestrale dal 1996. E’ opportuno analizzare il dato nei dettagli, anche per comprendere quanta parte della crescita è da considerare “autentica”.
Premesso che la crescita dell’Eurozona sta dimostrandosi piuttosto resistente su livelli sostenuti (dando per ora ragione alla Banca Centrale Europea ed alla sua scelta di non procedere a riduzioni dei tassi), è interessante notare che dal dato emerge un rovesciamento dei differenziali di crescita interregionale a cui eravamo abituati da circa un decennio. In particolare, oggi la Germania cresce oltre la media, mentre è la Spagna ad essere quasi ferma (solo più 0,2 per cento trimestrale), a causa della profonda crisi immobiliare che il paese sta vivendo da alcuni mesi.
Il dato dell’Euro-area è stato verosimilmente spinto al rialzo da alcuni fattori una tantum. In particolare (e soprattutto per la Germania) una inusuale forza del settore delle costruzioni, legata al clima eccezionalmente mite che il paese ha vissuto lo scorso inverno. A ciò si aggiungono l’effetto di “rimbalzo” del livello di attività, dopo gli scioperi di dicembre, e l’aggiustamento per la stagionalità, che ha corretto l’effetto di una Pasqua molto “bassa” quest’anno. E’ difficile quantificare l’impatto favorevole di tali fattori tecnici, ma esiste il rischio che il secondo trimestre si riprenda la crescita aggiuntiva “regalata” al primo trimestre. Anche dal versante dei prezzi è verosimile ipotizzare che la festività pasquale insolitamente anticipata abbia causato distorsioni nella metodologia di correzione per la stagionalità, portando ad una flessione mensile dei prezzi tedeschi dello 0,3 per cento. Problematica simile si è evidenziata negli Stati Uniti dopo la pubblicazione del dato di aprile sull’indice dei prezzi al consumo, insolitamente basso (0,2 per cento complessivo, e più 0,1 per cento al netto di alimentari ed energia). Anche in questo caso, la destagionalizzazione della serie dei prezzi riferita ai carburanti ha portato ad una variazione mensile nulla dei prezzi della benzina, che si scontra con l’evidenza di forti aumenti dei prezzi alla pompa.
Ora occorre attendere il 23 maggio, quando sarà pubblicata la stima del pil italiano del primo trimestre. A causa della riorganizzazione della metodologia di calcolo adottata dall’Istat, il dato del pil italiano è fermo al terzo trimestre 2007, un’era geologica addietro. Tra pochi giorni sapremo se e quanto il nostro paese è rimasto indietro rispetto alla media di Eurolandia. Un dato importante, destinato ad alimentare la polemica politica, ed auspicabilmente le nostre nuove linee-guida di politica economica.
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