Gli slogan fiscali con le gambe corte

di Mario Seminerio © Libero Mercato

Giorni addietro Hillary Clinton, parlando delle linee-guida del proprio programma economico, ha lanciato quello che prima o poi potrebbe diventare uno degli hot topic della campagna elettorale presidenziale degli States:

“I problemi di oggi hanno meno a che fare con la dimensione della torta dell’economia che con il modo in cui tale torta è divisa”

Beati gli americani, vien fatto di dire. Noi italiani siamo direttamente passati alla fase della divisione delle briciole, avendo deciso di disinteressarci delle modalità con cui la torta potrebbe essere fatta crescere.

Hillary è tornata sul concetto per criticare le modalità di erogazione del pacchetto di stimolo fiscale disegnato dalla Casa Bianca (che dovrà comunque passare attraverso il negoziato col Congresso). Tale pacchetto solleva un problema di incapienza, nel senso che le famiglie che non pagano imposta sul reddito non riceveranno l’assegno di rimborso d’imposta previsto dall’intervento. Hillary lamenta che il meccanismo del rimborso d’imposta danneggerebbe soprattutto le famiglie afro-americane ed ispaniche, e più in generale le famiglie a maggior disagio economico, ponendo un problema redistributivo “di classe”. Secondo uno studio di Tax Foundation, le cose sarebbero in termini un po’ diversi: in particolare, il numero di famiglie esenti da tassazione federale arriverebbe ormai al 50 per cento del totale, il doppio rispetto agli anni della presidenza di Bill Clinton, per effetto delle riforme fiscali attuate dall’Amministrazione Bush, che avrebbero reso maggiormente progressiva l’imposizione federale sul reddito, pur avendo appiattito la curva delle aliquote.

Non solo: parlando in termini di welfare, che può essere misurato come differenziale tra imposte pagate e trasferimenti pubblici ricevuti, uno studio del 2007 della stessa Tax Foundation ha evidenziato che il quintile inferiore delle famiglie americane (il 20 per cento con reddito più basso) riceve in spesa pubblica 14,76 dollari per ogni dollaro di tasse pagate, mentre il 20 per cento di famiglie più ricche ricevono 32 centesimi in spesa federale per ogni dollaro di tasse pagate. Contrariamente all’italica vulgata una curva di aliquote meno ripide, nel sistema di tassazione sul reddito personale, negli Stati Uniti ha finora prodotto effetti di incremento di progressività.

Il problema degli incapienti certamente esiste, nel pacchetto di stimolo pensato dalla Casa Bianca, e potrà essere corretto accogliendo alcuni dei suggerimenti proposti dal Congressional Budget Office (ad esempio l’aumento temporaneo del valore dei food-stamps o della indennità di disoccupazione). Ma certamente le argomentazioni “classiche” di Hillary Clinton su un uso classista della fiscalità da parte dell’attuale amministrazione sembrano fondarsi su argomenti piuttosto esili.


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