Cosa ci dice il video di Wikileaks sull’Iraq

di Andrea Gilli

48 ore fa circa, il sito di intelligence wikileaks.org ha pubblicato il video di un attacco americano in Iraq. I fatti risalgono a tre anni fa. I soldati americani ingaggiarono un conflitto a fuoco. Morirono dodici civili, due dei quali erano giornalisti della Reuters. In seguito ai fatti, la stessa agenzia di stampa chiese un’indagine. Il Pentagono la portò avanti e concluse che non c’era stato alcun errore da parte americana. La pubblicazione del video mostra una verità più complessa.

Il video mostra come non ci sia stato nessuno scontro a fuoco. Un elicottero americano ha scambiato per insorti dei civili. Ha confuso dei teleobiettivi per dei RPG. E dunque, appena ottenuta l’autorizzazione, ha aperto il fuoco. Non c’è stata risposta.

Le immagini, drammatiche, mostrano comunque una realtà complessa. Credo tre elementi meritino attenzione.

In primo luogo, il video mostra chiaramente come i soldati abbiano confuso dei civili per degli insorti. Convinti della diversa identità di questi individui, i militari hanno richiesto con solerzia l’autorizzazione a colpire. Che, una volta arrivata, ha dato il via al fuoco. Non c’è violenza grezza, non c’è amore per il sangue. Niente ricorda le orribili immagini di Abu Ghraib. C’è invece confusione, tensione, ed errore.

L’errore rimane un errore. Soprattutto quando costa la vita a degli innocenti. I fatti mi sembrano però confermare la difficoltà di fare counter-insurgency proteggendo i propri soldati. Se anziché su un elicottero i soldati americani fossero stati più vicini agli obiettivi, probabilmente non si sarebbe confuso un teleobiettivo per un RPG. Ovviamente, soldati on the ground significa più rischi, più perdite e più pressione in patria per un ritiro o per maggiore attenzione alla vita dei soldati USA. Un catch 22, in altre parole: per fare counter-insurgency, bisogna rischiare di più la vita dei propri soldati. Rischiando la vita dei propri soldati, aumentano le pressioni per ridurre i rischi, e dunque ritornare a pratiche meno rischiose (appunto come il pattugliamento aereo).

Il dramma di questa tensione lo si può immaginare in quella che il gen. McChrystal chiama l’aritmetica dell’insorgenza. Colpendo civili innocenti, il numero degli insorti aumenta in maniera sproporzionata. I soldati americani devono infatti proteggere i civili dai veri insorti. Non importa che i soldati americani proteggano più persone di quante ne feriscano o uccidano. Un solo errore ha costi enormi. E da questo vicolo cieco non c’è uscita.

In definitiva, il video sembra mostrare più che l’intrinseca arroganza e cattiveria americana, la difficoltà di portare a termine una missione complicata come quella che ci si è dati in Iraq e in Afghanistan.


Scopri di più da Epistemes

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

Scopri di più da Epistemes

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere