di Mario Seminerio
In attesa degli esiti del tavolo di concertazione tra governo e sindacati sui temi previdenziali, alcune considerazioni si impongono. Come noto, sindacato e sinistra (più o meno estrema) appaiono ferocemente contrari tanto all’allungamento della vita lavorativa quanto alla riduzione dei coefficienti di trasformazione (che determinano quanta parte della retribuzione verrà coperta dalla pensione). Specularmente, sono favorevoli all’eliminazione dello “scalone” previsto dal precedente governo, che il primo gennaio del prossimo anno determinerà un aumento istantaneo di tre anni nei requisiti minimi di età per il pensionamento. Sono altresì favorevoli all’aumento delle pensioni minime, ed all’introduzione di non meglio specificati “incentivi” per la permanenza al lavoro dopo la maturazione dei requisiti pensionistici minimi.
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