I cocoriti renziani diventano gufi

E festeggiano la frenata tedesca

di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano

Come informa la sempre preziosa Wikipedia, con il termine Schadenfreude si intende, in lingua tedesca, uno “stato di piacere provocato dalla sfortuna altrui”. Una sorta di “compiacimento malevolo”, in pratica. L’antitesi del concetto buddhista di mudita, che indica “felicità per la buona sorte altrui”. In Italia abbiamo visto all’opera questo stato d’animo ieri, in occasione della pubblicazione del dato di Pil tedesco del secondo trimestre. Uguale al nostro, un deprimente meno 0,2%.

Per l’intera giornata, ampia parte del paese rappresentato sui social network pare aver dimenticato la propria miserrima condizione economica di pre-dissesto per brindare al risultato negativo tedesco. E’, questa, soprattutto una antica tradizione italiana dei partiti che esprimono pro tempore il premier. E quindi, ecco esponenti del Partito democratico esibirsi in un gigantesco gesto dell’ombrello all’indirizzo dei perfidi tedeschi, che finalmente pagano il fio per non voler accettare le richieste di Matteo Renzi. Al netto di quella che appare una imponente operazione tafazziana di percussione delle proprie gonadi -ed astraendo dalla endemica tendenza della politica italiana ad alimentare il proprio pensiero magico in economia, scambiando correlazioni per causalità e prendendo un singolo dato e seviziarlo sin quando non confessi il sostegno alla propria tesi- ieri abbiamo avuto una spettacolare esibizione di Schadenfreude (un vero e proprio “trenino” di fine serata ferragostana, di quelli che tanto sarebbero piaciuti a Jep Gambardella, esteta del nichilismo) ed anche un affascinante fenomeno di mutazione ornitologica, in cui torme di variopinti cocoriti, abituati a ripetere in modo delizioso le frasi potentemente motivanti del proprio capo-scout, si sono trasformati in un allevamento di quegli stessi gufi contro cui strenuamente combattono per risollevare il morale del paese, prima ancora del suo Pil.

Eppure, è un vero peccato essersi limitati a guardare il numeretto finale del trimestre, peraltro disinteressandosi del saldo da inizio anno, che continua a vederci pesantemente soccombenti. Ad un esame più accorto si sarebbe notato che, tra aprile e giugno, il Pil tedesco ha comunque ricevuto un contributo positivo da consumi delle famiglie e spesa pubblica, mentre il paese ha importato più di quanto esportato, beneficiando quindi i propri partner commerciali di domanda aggiuntiva. Detto in altri termini, si sarebbe notato che il Pil tedesco è stato molto filo-europeo ed assai poco teutonicamente egoista, fermo restando che un singolo dato non fa una tendenza se non per la nostra democrazia dichiarativa, altrimenti nota come dichiarazia. Meglio così, dopo tutto. Se il Pil tedesco fosse salito ci saremmo fatti un fegato grosso come un melone accusando i crucchi di succhiarci l’anima e la vita, con il loro complotto mercantilista. Volete mettere il piacere di colare a picco facendo il gesto dell’ombrello agli odiati vicini?


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