di Mario Seminerio – Il Fatto Quotidiano
La vittoria elettorale di François Hollande apre la via ad un riequilibrio interno all’Unione europea tra falchi dell’austerità immediata e colombe del gradualismo, ma non dovrà né potrà rimettere in discussione l’azione di consolidamento delle finanze pubbliche. Presto apparirà chiaro a tutti gli attori coinvolti che una vera rottura causerebbe tali e tanti problemi da mettere in ginocchio l’intera Eurozona. E visto che a Bruxelles e dintorni conservano ancora una residua capacità di fiutare l’aria, è molto probabile che dopo il prossimo Ecofin, a giorni, venga ufficializzato l’atteso rallentamento del passo di consolidamento fiscale, in modo tale da considerare le condizioni del ciclo economico. Viene da sorridere pensando che, se si fosse seguito un approccio più gradualista, ora non ci troveremmo con un intero continente prossimo alla morte per asfissia. Ma questi sono gli esiti, da ricondurre alla crescente angst tedesca di ritrovarsi ad essere il pagatore di tutto il conto comunitario.
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