della Redazione
Pubblichiamo qui di seguito una lettera che Andrea Gilli ha scritto a Il Foglio (9/9/2011) in merito a varie proposte tese a ridurre il bilancio della Difesa italiano e la replica del Senatore Marco Perduca (10/9/2011).
Al direttore – Da diverse parti nel nostro Paese si chiede una riduzione del bilancio della difesa per risolvere la crisi di bilancio (le proposte dei Sen. Della Seta e Ferrante, gli emendamenti dei Sen. Casson e Marino, e quelli proposti dai Sen. Perduca e Perotti). Anche Alex Zanotelli, su l’Espresso, ripeteva tre giorni fa gli stessi concetti. Riporto qualche dato. Il bilancio della difesa ammonta a 20 miliardi di euro. Ciò equivale allo 0.90% del PIL. Poco meno del 70% di questa spesa copre pensioni e stipendi. Tradotto: la spesa per le “armi” – come dice padre Zanotelli – ammonta a circa lo 0,25% del Pil. Dubito che questa cifra basti per tappare i buchi di bilancio. Due considerazioni finali: la spesa in difesa contribuisce a generare export in un mercato, quello degli armament, che è di sua natura oligopolistico e che quindi genera extra-profitti (Microeconomia I). Tagliando le nostre spese, intaccheremmo anche il nostro export con effetti incerti, ma certamente negativi, sul reddito nazionale. Nel nostro Paese ci sarebbe bisogno di un maggiore dibattito pubblico sulla difesa e sulla sicurezza. Dispiace però che, quando questo ha luogo, i luoghi comuni prendano il sopravvento sull’analisi. Saluti,
Andrea Gilli, Chicago – USA
Qui la replica.
Sen. Marco Perduca (Radicali Italiani – Partito Democratico).
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