Sull’Unità d’Italia

di Mauro Gilli

Negli ultimi mesi, su Epistemes ho trattato alcune delle controversie relative all’unificazione italiana. Senza alcuna presunzione di avere certezze e risposte rispetto a problemi complicati e domande difficili, ho cercato di analizzare il processo storico che ha portato alla formazione dello Stato Italiano e alla creazione di una nazione italiana, affrontando così anche le critiche rivolte al progetto unitario portato avanti da Cavour e Garibaldi. Poiché domani, dopo tante controversie, arriva l’anniversario dell’Unità d’Italia, voglio qui riprendere questi contributi e fare un punto della situazione.

In un primo articolo, “Unità d’Italia: Alcune riflessioni” ho illustrato i benefici che l’unificazione ha portato ai cittadini italiani che hanno abitato il nostro paese negli ultimi 150 anni. Precisamente, l’unificazione ha garantito la sicurezza nazionale, favorendo così il processo di democratizzazione e il processo di industrializzazione. Che l’Unità abbia portato dei benefici non significa che il progetto unitario fosse “giusto”, senza difetti o senza costi, e neanche che esso fosse l’unica soluzione ai problemi che gli staterelli italiani dovevano affrontare nel 1800. Riconoscere questi benefici significa però riconoscere che noi e i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri bis- e trisnonni abbiamo potuto godere di un benessere superiore a quello che avremmo verosimilmente avuto se non ci fosse stato lo Stato Italiano.

In un secondo articolo, “L’Italia e il processo di formazione degli stati nazionali” ho voluto spiegare come il processo di formazione degli Stati nazionali in Europa sia un processo lungo, iniziato nel tardo Medioevo, continuato per tutta l’età Moderna e conclusosi nell’Età Contemporanea con l’unificazione Itailana e Tedesca nel decennio 1860-1870 (per alcuni, questo processo si sarebbe in realtà concluso con lo scioglimento degli imperi europei alla fine della Prima Guerra Mondiale). Con quell’articolo ho voluto illustrare le pressioni e incentivi creati dal sistema internazionale che hanno favorito la creazione di stati nazionali in Europa. Pertanto, per analizzare quanto avvenuto nel nostro paese bisogna considerare anche quanto avvenuto negli altri paesi europei nel corso dell’Età Moderna e nel periodo immediatamente precedente. Il progetto unitario assume un senso e un significato solo se guardato in prospettiva storica.

Il terzo articolo L’Italia, le differenze tra gli Italiani e l’Unità ha voluto ricordare che se nel nostro paese esistono tante identità diverse è dovuto anche al fatto che il processo di formazione dello stato nazionale sia iniziato più tardi rispetto ad altri paesi, e che sia iniziato sotto una monarchia che – malgrado tutti i difetti – era più aperta ai principi liberali e più democratica dello Spagna di Filippo II e della Francia di Carlo V. Bisogna ricordare e condannare le violenze commesse dal Regno Sabaudo per portare a compimento il progetto unitario. Per quelle violenze fu lo stesso Cavour ad ammettere, che “se ci processassero in un tribunale civile per quel che abbiamo fatto, ci tratterebbero come i peggiori criminali”. Allo stesso tempo, però, bisogna anche riconoscere che la “formazione dello stato nazionale” (un processo che consiste nell’espellere, uccidere e sottomettere i popoli che oppongono resistenza) è stato meno brutale in Italia che in altri paesi europei.

Il quarto articolo, L’Unità d’Italia, il Risorgimento e il patriottismo italiano, ho voluto spiegare che tutti i nazionalismi sono costruzioni sociali. I nazionalismi non hanno alcuna giustificazione storica, etcnica, geografica e/o linguistica. Si basano sulla falsa convinzione che individui che non si sono mai incontrati e che non condividono alcun legame familiare siano uniti dall’appartenenza ad una entità più grande, che trascende lo spazio e il tempo. Il nazionalismo è un fenomeno endogeno al processo di formazione dello stato moderno: è stato sfruttato dagli Stati Europei per accrescere più facilmente i poteri centrali dello stato. Accusare il progetto unitario di aver unito popoli diversi è un’accusa senza senso, perchè tutti i popoli che abitavano la Spagna, la Francia, l’Inghilterra, e la Germania nei secoli e millenni precedenti alla creazione dei rispettivi stati erano analogamente “diversi”. E’ stato proprio la creazione dei rispettivi stati moderni ad averli resi più simili.

Conclusioni. Negli ultimi mesi, l’Unità d’Italia è diventata un motivo di divisione e scontro. Il tutto ha assunto un aspetto paradossale: tra i tanti problemi che affliggono il nostro paese, discutere dell’Unità è probabilmente uno dei meno importanti. E forse sarebbe il caso di mettere le divisioni da una parte per tentare di impedire il tracollo finanziario ed economico del nostro paese.

Con questi articoli ho cercato di dimostrare che alla fine non ci è andata poi così male. Con tutti i suoi difetti, l’Unità ha portato anche dei benefici. E anche se molti di noi non si sentono italiani, come cantava Giorgio Gaber, “per fortuna o purtroppo” lo siamo. Questo è il punto dal quale bisogna partire.


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