Il Muro di Berlino, la fine della Guerra Fredda, e la verità su Reagan

di Mauro Gilli

Oggi è il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, evento epocale che anticipò di due anni il tanto più inaspettato crollo dell’Unione Sovietica. Sicuri che sui giornali italiani leggeremo fantastiche ricostruzioni relativamente al ruolo giocato da Ronald Reagan, l’inquilino della Casa Bianca dal 1981 al 1988, illustriamo qui di seguito le contraddizioni di quella che negli anni si è venuta rafforzando come una delle più diffuse interpretazioni della fine della Guerra Fredda.

Secondo questa interpretazione, la Guerra Fredda sarebbe finita infatti proprio grazie a Reagan. Secondo la vulgata l’ex attore di Hollywood, una volta arrivato alla Casa Bianca, avrebbe capito che l’URSS era in declino, e che stava fronteggiando grandi difficoltà economiche. Proprio per questo motivo, Reagan avrebbe dunque deciso di lanciare la corsa agli armamenti (le cosiddette “guerre stellari”, tra cui rientrava la Strategic Defense Initiative, il piano di difesa antimissilistico), per portare l’URSS in bancarotta. Costringendo Mosca ad aumentare l’allocazione di risorse al settore militare, Reagan avrebbe dunque sferrato il colpo definitivo alla già fiacca economia sovietica, che sarebbe poi crollata alcuni anni dopo.

Ci sono numerosi problemi con questa interpretazione. Problemi ai quali i sostenitori di questa tesi non solo non sanno rispondere, ma dei quali non si sono neanche mai resi conto. Innanzitutto, come faceva Reagan a sapere che l’URSS fosse in declino? I dati a disposizione della CIA e delle altre agenzie di intelligence sull’economia sovietica e sul potere dell’URSS, come gli stessi analisti avrebbero scoperto con grande sorpresa negli anni ’90 erano straordinariamente esagerati rispetto a quella che era la realtà dei fatti (si veda anche questo articolo su Time magazine). Secondo alcuni resoconti, il Pil dell’URSS durante la Guerra Fredda era infatti solo una frazione di quanto veniva stimato a Langley. Dunque, da dove derivava l’intuizione di Reagan? Questo non ci è dato sapere, la vulgata vuole infatti che Reagan avesse capito, period.

Anche assumendo che Reagan fosse a conoscenza dei problemi dell’economia sovietica, come faceva Reagan a conoscere la portata di questi problemi? Per capirsi, l’economia americana è attualmente in crisi, ma non verrebbe tramortita da un’eventuale corsa agli armamenti ispirata da Mosca o da Pechino. Come faceva Reagan ad essere sicuro del contrario, per quanto riguarda l’URSS? Questo non si sa. Certamente, le affermazioni pubbliche dello stesso presidente non danno credibilità alla tesi secondo cui “Reagan aveva capito”.

Se l’URSS era in declino, come mai Reagan giustificò il lancio della Strategic Defense Initiative proprio sulla base della temibile minaccia rappresentata dall'”Impero del Male”? Evidentemente, se l’URSS era un tale pericolo per la sicurezza nazionale americana, non poteva allo stesso tempo anche essere prossima al tracollo. Delle due l’una: o Reagan mentiva ai cittadini americani sapendo di mentire; oppure, più ragionevolmente, era sinceramente convinto che l’URSS fosse una minaccia, e quindi non era assolutamente a conoscenza dei problemi dell’URSS (versione confermata dai resoconti storici).

A suffragio di questa tesi possono essere prese in considerazione le politiche implementate dallo stesso Reagan. Se l’URSS era in declino e prossima al crollo definitivo, e il presidente americano ne era consapevole, per quale motivo, ad un certo punto, nella metà degli anni ’80, in modo del tutto improvviso decise di promuovere la cooperazione con Mosca, e più precisamente di lanciare una nuova era di Détente attraverso gli accordi sul disarmo nucleare (quelli stessi accordi promossi da Kissinger negli anni ’70)? Se Reagan era convinto dell’avvicinarsi del crollo dell’URSS, perché fermare la corsa agli armamenti e promuovere addirittura il disarmo, proprio quando il risultato era ormai raggiunto? Perché non premere l’acceleratore fino in fondo, per finire la corsa in volata? Perché dare a Mosca la possibilità di prendere il respiro proprio quando il risultato stava per essere raggiunto? (a proposito, si guardi questo video sulla reazione dell’estrema destra americana all'”appeasement” cercato da Reagan).

Queste sono le domande alle quali i giornali italiani non daranno risposta. Oggi leggeremo analisi emotivamente coinvolte, che vogliono un Reagan con informazioni più precise di quelle della CIA. Un Reagan che aveva capito tutto. La verità, ovviamente, è un’altra. Reagan giocò un ruolo centrale nella Guerra Fredda. E sarebbe sbagliato ignorare questo fatto. E’ però altrettanto sbagliato attribuire a Reagan meriti che vanno ben al di là di quanto potesse fare. E’ bene ricordarselo: il Muro di Berlino crollò perché il sistema comunista era più inefficiente di quello capitalista. Con o senza Reagan, questo risultato sarebbe stato ottenuto ugualmente.

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Ci permettiamo di suggerire ai lettori il nuovo numero  de L’Arengo del Viaggiatore, dedicato proprio al crollo del Muro di Berlino.

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