di Andrea Gilli
Una notizia di ieri chiarisce più di ogni altra analisi la portata della terrificante minaccia posta dall’Iran.
A quanto pare, nel corso di una parata militare, l’Iran ha perso il suo unico aereo Simorgh AWACS. Perchè la notizia sarebbe importante?
In primo luogo, gli aerei AWACS (Airborne Warning and Control System) fornendo funzioni di C3 (Command, Control and Communication) e di difesa aerea, sono di fatto i mezzi più appropriati per identificare, allertare e prevenire un attacco aereo nemico. Questi, volando ad alta quota, e montando un radar a 360°, sono semplicemente in grado di identificare istantaneamente l’arrivo sullo spazio aereo nazionale di velivoli terzi, e quindi di dare informazioni sia alla contraerea che all’aeronautica per l’abbattimento degli stessi. L’Iran aveva un solo aereo adatto per questa funzione. Lo ha perso in una esercitazione.
Ciò suggerisce una seconda riflessione: e riguarda la preparazione delle forze armate iraniane. Se queste riescono a perdere uno dei loro mezzi più importanti quando non vi è alcun rischio di attacchi nemici né dal suolo né dall’aria, sembra logico ragionare su quanto efficace possano essere in un teatro di guerra.
La terza riflessione riguarda la vulnerabilità aerea iraniana. Non siamo in grado in questo momento di fare un’analisi sulla contraerea del Paese degli ayatollah, però, venendo meno il sistema AWACS, e essendo a disposizione sia di Israele che degli USA i famosi missili JDAM, missili teleguidati tramite GPS e scanciabili da 50.000 metri da terra, è evidente che un eventuale attacco ai siti nucleari iraniani è molto più facile. Dall’altra parte, se l’esercito iraniano è questo qui, forse bisogna davvero interrogarsi se la minaccia che pone è così vitale.
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