Fine della dipendenza dal petrolio arabo?

di Massimiliano Neri*

In questi giorni è stata annunciata la scoperta in Brasile di due dei più grandi giacimenti petroliferi identificati negli ultimi 30 anni. Lo riporta Bloomberg con un articolo che vince il premio di fantapolitica della settimana: “Brazil Oil Finds May End Reliance on Middle East

La notizia è commentata da Peter Zeihan, vicepresidente della Strategic Forecasting (Texas), secondo cui la scoperta potrebbe porre fine alla dipendenza dell’occidente dal petrolio del golfo persico.

Se le conseguenze economiche per noi sarebbero positive (meno guerre, benzina meno cara, etc.), dall’altra le conseguenze politiche non sarebbero altrettanto rosee:

  • Cina e India diverrebbero gli acquirenti dominanti del petrolio arabo
  • Gli USA ridurrebbero notevolmente la loro presenza militare in medio oriente, rendendo la regione piu’ instabile e aperta a conflitti endogeni (arabo-asiatici)
  • il mondo occidentale passerebbe a dipendere dal petrolio islamico al petrolio di stato dei regimi comunisti sudamericani (del quale il Brasile di Lula rappresenta l’avamposto piu’ liberista…)

Gli USA importano ogni giorno 10 milioni di barili di greggio, due terzi del fabbisogno americano (cifre dell’Energy Department di Washington) L’Arabia Sudita rappresenta il secondo fornitore americano, dietro al Canada.

La scoperta è stata fatta dalla Petroleo Brasileiro, di proprietà pubblica, conosciuta anche come Petrobras. Attualmente il Brasile copre solo l’1,7% delle importazioni americane di greggio, ma Zeihan sostiene che

“The finds they’ve got so far are just the tip of the iceberg. Brazil is going to change the balance of the global oil markets, and Petrobras will become a geopolitical supermajor.”

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*Massimiliano Neri (Bologna, 1971) è laureato in Ingegneria Informatica al’Universita di Bologna. Durante gli studi universitari è stato consigliere comunale per due mandati. Frequenta studi postlaurea alla University of California, Berkeley, e lavora 7 anni all’estero (Stati Uniti, Spagna) prima di ritrasferirsi in Italia. 10 anni di esperienza nel campo del Knowledge Management e Sistemi decisionali enterprise. Dottorando in Economia Applicata con il Professor Jesus Huerta de Soto all’Universita Rey Juan Carlos di Madrid, con una tesi di ricerca sull’economia della conoscenza in chiave austriaca.


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