di Piercamillo Falasca
Il ciclone Sidr
“Il super-ciclone Sidr che si è abbattuto sulle zone meridionali del Bangladesh potrebbe essere un indicatore degli effetti dei cambiamenti climatici in atto”. (Antonio Navarra, direttore del Centro euromediteranneo sui cambiamenti climatici)
“Il sud del Bangladesh è un’area spesso colpita da cicloni, ma gli esperti dicono che Sidr è finora il più potente della stagione e che la sua origine sia da mettere nell’ormai già lungo elenco degli effetti dei cambiamenti climatici dovuto al riscaldamento del globo”. (Green Report, quotidiano ambientale italiano)
Il Bangladesh è un paese da sempre colpito da disastri ambientali: cicloni, tempeste tropicali, alluvioni . La più antica testimonianza scritta di un disastro simile risale al 1582. Dal 1876 ad oggi, le coste del paese sono state colpite da 80 cicloni, che hanno ucciso circa 2 milioni di persone. Dal 1960, Sidr è il sesto ciclone a superare i 200 km/h. L’elevata densità demografica rende il Bangladesh particolarmente vulnerabile: oltre 120 milioni di persone vivono in un’area di appena 14mila km quadrati. Circa 15 milioni vivono nelle aree più vulnerabili, i 21mila km quadrati della costa e delle isole (pari al 14,8% del territorio).
“The United Nations Development Program, in pressing world leader to take immediate steps to address climate change, argues that the increased frequency of froughts, floods and storms stands to hit the world’s poor hardest and exarcebate poverty in places like Bangladesh”. (The International Herald Tribune)
Da sempre, il Governo chiede alla comunità internazionale che sia data priorità allo sviluppo del sistema satellitare di previsioni meteo e di una più estesa rete di comunicazione, in modo da pronosticare con il massimo anticipo gli eventi catastrofici e informare la popolazione più rapidamente possibile.
Secondo le autorità e gli organismi umanitari, gli effetti del ciclone Sidr sono stati contenuti grazie al sistema d’allarme: Associated Press ha stimato che – proprio in virtù del sistema di allarme e della rete di rifugi – sia stato possibile evacuare almeno 600 mila persone dai tratti costieri di Bagerhat, Barisal e Bhola già nelle ore precedenti l’arrivo di Sidr, evitando così che il bilancio della tragedia fosse ancora più grave.
I rifugi anti-ciclone situati nella regione sono più di 1300 . Essi possono ospitare 1,3 milioni di persone. Altre 2,3 milioni di persone possono trovare riparo nelle scuole e negli edifici pubblici.
Ma è ancora necessario costruire rifugi per altri 11 milioni di persone (pari al 73,3% della popolazione delle aree a rischio).
La necessità di una più decisa azione di prevenzione, di messa in sicurezza della popolazione e di adattamento ambientale è dimostrata dalla stessa efficacia che queste strategie hanno man mano prodotto nel tempo: i 200mila morti causati dal Great Backerganj Ciclone del 1876 rappresentavano una quota della popolazione molto più elevata delle oltre 500mila vittime del famoso ciclone Bhola del 1970.
Nel 1991, il ciclone Bangladesh raggiunse una velocità massima di 240 km/h, superiore ai 222 km/h di Bhola, interessò un’area più vasta di un paese significativamente più popolato di venti anni prima, ma provocò la morte di “appena” 150mila persone.
Nell’evento del 1970 perirono oltre un milione di capi di bestiame, a fronte dei 70mila del 1991.
Nel 1997, un ciclone investì il paese, raggiungendo la velocità di 225 km/h ma uccidendo “solo” 126 persone.
Con i cicloni più recenti, sono stati costantemente ridotti i danni alla proprietà privata.
Le 2000 vittime di Sidr sarebbero state molte di più in assenza del sistema di allarme. Se questo sistema fosse stato ancora più efficiente, probabilmente non vi sarebbero che poche morti e limitate perdite economiche.
Superata l’emergenza, è questo uno degli obiettivo su cui concentrarsi, non su una improbabile mitigazione del clima.