Padoa Schioppa e l’evasione fiscale

di Alberto Lusiani

I mezzi di comunicazioni hanno riportato alcune affermazioni di Padoa Schioppa sull’evasione fiscale in Italia che, alla luce dei dati che risultano dagli stessi studi statali e governativi sulla materia, appaiono gravemente errate e fuorvianti. La politica del governo in questa materia appare viziata da pregiudizi politici, infondata ed illogica, e pertanto nociva e destinata all’insuccesso.


Padoa Schioppa ha affermato (vedi Sole 24 Ore, Gazzetta Mezzogiorno, comunicato ANSA 2007-06-21 23:22 “Evasione a 100 mld, possibile azzerarla”, dell’inviato Andrea Linares) che:

  • Ci sono “7 punti di Pil di mancate entrate per l’erario: oltre 100 miliardi, cioè il 15-20% di tutte le entrate fiscali raccolte”.
  • Cento miliardi – ha spiegato il ministro – che se venissero pagati regolarmente “cambierebbero il volto dell’Italia” […] Un sogno? No, ha assicurato Padoa-Schioppa. Anzi, un obiettivo possibile, raggiungibile, addirittura vicino. […] “Un’Italia ad evasione zero – ha assicurato infatti il ministro – è possibile, è a portata di mano”.
  • Quello dell’evasione, è un male che riguarda tutto il Paese, da nord a sud, senza distinzione e che “supera la base imponibile dichiarata”.
  • L’evasione fiscale “non è una malattia di alcuni, ma spesso una vera e propria pandemia”, dove i livelli di frode sono “doppi rispetto a Francia, Germania e Regno Unito e addirittura quadrupli rispetto ad Austria, Olanda ed Irlanda”

Le affermazioni del ministro, come riportate dai mezzi di comunicazione, contengono due errori madornali.

Il primo errore madornale è che sarebbe possibile e plausibile ridurre l’evasione fiscale a zero. Da decenni gli economisti fanno stime dell’economia sommersa per l’Italia e altri paesi, questo è un esempio:

Informal Economy as % of GNP 1999/2000

10,2% Austria
23,2% Belgium
18,2% Denmark
18,3% Finland
15,3% France
16,3% Germany
28,6% Greece
15,8% Ireland
27,0% Italy
13,0% Netherlands
19,1% Norway
22,6% Portugal
22,6% Spain
19,1% Sweden
8,8% Switzerland
12,6% United-Kingdom
16,4% Canada
8,8% United States
15,3% Australia
12,7% New Zealand

L’economia sommersa è rimasta sostanzialmente invariata sia nei 5 anni di legislatura dell’Ulivo dal 1996 al 2001 sia nei 5 anni del governo Berlusconi dal 2001 al 2006, tanto in Italia come negli altri paesi. Quindi:

1. È implausibile e irrealistico pensare di portare dal 27% a zero nei termini di tempo di una legislatura un fenomeno che, negli ultimi 10 anni (ma non solo), è rimasto sostanzialmente stabile intorno al 27%, senza apprezzabili variazioni.
2. È implausibile e irrealistico pensare che sia possibile ridurre a zero l’evasione considerato che i migliori risultati a livello mondiale sono 8-10%.

Il secondo errore madornale è che l’evasione riguarderebbe tutto il paese, da Nord a Sud senza distinzione. È sufficiente consultare il sito web dell’Agenzia delle Entrate per vedere quali sono, dopo approfonditi studi, le stime dell’evasione fiscale IRAP. Estraggo dalla loro principale tabella:

Graduatoria dell’intensità dell’evasione regionale – Media 1998-2002 (base imponibile evasa / dichiarata)

13,04% Lombardia
22,05% Emilia Romagna
22,26% Veneto
26,05% Lazio
28,22% Friuli-Venezia Giulia
28,97% Valle d’Aosta
30,17% Trentino-Alto Adige
30,53% Piemonte
33,11% Abruzzo
33,67% Toscana
33,95% Marche
44,51% Umbria
49,75% Basilicata
50,29% Liguria
54,61% Molise
54,71% Sardegna
60,55% Campania
60,65% Puglia
65,89% Sicilia
93,89% Calabria

Queste stime sono paragonabili a quelle analoghe compilate circa 10 anni fa durante il primo governo Prodi e pubblicate su Repubblica Affari & Finanza del 2 giugno 1997:

Evasione 1993 stimata per industria e commercio (reddito evaso / reddito totale):

40.6% Val D’Aosta
19.1% Piemonte
28.3% Liguria
13.1% Lombardia
22.9% Trentino-Alto Adige
24.1% Veneto
23.3% Friuli-Venezia Giulia
20.1% Emilia-Romagna
34.0% Toscana
29.8% Umbria
35.2% Marche
27.5% Lazio
57.2% Sardegna
43.5% Abruzzo
62.4% Molise
64.2% Campania
54.4% Puglia
83.2% Basilicata
70.8% Calabria
54.4% Sicilia

Nel servizio di Repubblica si legge:

“La ricerca delle Finanze è il più attendibile tentativo di ricostruire la mappa della produzione sommersa in Italia. Lo studio è stato effettuato con i più sofisticati mezzi tecnici oggi a disposizione: si pensi che milioni di dati inseriti nella banca dati dell’Anagrafe Tributaria sono stati confrontati con quelli dell’Istat e dell’Inps.”

“Lo studio è stato fatto da un’agguerritissima commissione composta da membri del Secit, il servizio dei superispettori fiscali, esponenti dell’INPS, della Banca d’Italia, dell’ISTAT, dell’Anagrafe Tributaria”.

Gli studi sopra elencati riguardano l’economia privata. Nel settore pubblico è presumibile che l’evasione fiscale sia molto vicina a zero per gran parte delle voci di spesa importanti come pensioni, stipendi degli statali, contributi alle imprese. In Italia la spesa pubblica corrisponde al 43% del PIL in prima approssimazione. Non conosco dati separati per regioni, ma mi aspetto che la spesa pubblica vari da valori intorno al 30% nel Nord Italia a valori intorno al 65% nel Sud Italia, sono interessato a conoscere eventuali dati se esistono. In ogni caso, indipendentemente dall’incertezza riguardo le differenze regionali sul contributo della spesa statale al PIL, quando ai dati del settore privato si aggiungano quelli del settore statale i dati disponibili mostrano chiaramente che l’evasione fiscale è:

  • in Lombardia, al livello dei paesi OCSE più virtuosi,
  • nelle altre grandi regioni padane, al livello europeo oltre le Alpi,
  • nel Centro Italia, significativamente più elevata della media europea,
  • nel Sud Italia, mostruosa e indegna di un paese civile e avanzato, e fuori da ogni parametro OCSE.

Pertanto non è vero che l’evasione è un problema che riguarda l’intero paese in modo uniforme. Inoltre, è impensabile, dati i livelli di efficienza degli apparati statali, ridurre i livelli di evasione delle regioni del Nord, già uguali o migliori di quelli europei, senza introdurre uno stato di polizia ancor più illiberale e intrusivo di quello che già esiste. Sarebbe invece realistico, oltre che doveroso, ridurre il livello di evasione nelle regioni del Centro e soprattutto nelle regioni del Sud dove lo Stato italiano è poco più di una barzelletta per quanto riguarda gli obblighi fiscali.

Secondo gli studi compiuti sotto il primo governo Prodi, le tasse evase in Campania (7 milioni di abitanti) sono più di quelle della Lombardia (9 milioni di abitanti, un reddito procapite nettamente superiore, e un minore contributo dell’economia statale). Questo implica che vessare gli artigiani ed i piccoli imprenditori del Nord, come il governo sta facendo, è economicamente ingiustificato e socialmente ingiusto. Si tratta di una scelta puramente politica, per la quale sono evidentemente funzionali le affermazioni errate e fuorvianti di Padoa Schioppa sopra ricordate. E si tratta di una scelta politica che di fatto punisce gli abitanti delle regioni che tendono a non votare la maggioranza politica al potere.

Concludendo, le affermazioni di Padoa Schioppa riportate dall’ANSA (e da diversi altri mezzi di comunicazione) contengono errori madornali, gli obiettivi dichiarati come “a portata di mano” sono implausibili e irrealistici, la descrizione della situazione italiana è superficiale e sbagliata, nonché in contraddizione con gli stessi studi governativi sull’argomento. Su queste basi ci si può solo aspettare un’azione di governo inconcludente e dannosa per i cittadini italiani.

Aggiungo due figure dal documento dell’Agenzia delle Entrate sull’evasione IRAP:

Evasione/dichiarato IRAP in Italia per provincia

Evasione IRAP in Italia per macro-area e nel tempo

Articolo originariamente pubblicato su NoisefromAmerika.org

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