di Alberto Bisin
La delusione per la mancanza di giovani dal Comitato dei 45 del futuro Partito Democratico. Elenco alcuni commenti. Porgo sin dal sommario le mie scuse a Marco Simoni, che non conosco e maltratto solo in quanto involontario simbolo di altrui mancanza di giudizio.
La sinistra è in subbuglio. Nessuno sotto i 30 anni ce l’ha fatta a entrare nel gruppo che conta del nuovo Partito Democratico. E non perché non ci vogliano entrare: Fausto Raciti, leader della Sinistra giovanile (dice il Corriere – ma cos’è la Sinistra giovanile? cosa e chi rappresenta?) dice:
Siamo davvero arrabbiati, è ovvio. Ma alla Costituente del Pd ci faremo prendere in considerazione, ne siano pur certi. Intanto stiamo organizzando la prima assemblea nazionale dei giovani del Pd, a giugno, a Roma. Ma resta tutta la nostra preoccupazione per il sistema usato: vuol dire che si sono solo riempiti solo la bocca, finora, con la parola “giovani”. Ma poi alla fine nel Comitato dei 45 hanno inserito solo i professionisti della società civile. Non ci sono i giovani, quindi, ma c’è Slow Food. E ci sono Dini e Amato. Complimenti davvero.
Il figlio di Adriano Sofri (di nome Luca – nessuna altra ragione a me evidente per avere voce in capitolo, alcun capitolo, ne’ di rappresentare nessuno) nel mezzo del subbuglio ha concepito una lista di nomi di persone sotto i 40 anni da cui sceglierne 10 da aggiungere:
Giuseppe Civati, consigliere regionale della Lombardia;
Carlo Antonio Fayer, consigliere comunale a Roma;
Mario Adinolfi, giornalista;
Sandra Savaglio, astronoma;
Matteo Renzi, Presidente della Provincia di Firenze;
Anna Maria Artoni, imprenditrice;
Ivan Scalfarotto, dirigente d’azienda;
Alessandro Mazzoli, Presidente della Provincia di Viterbo;
Marta Meo, architetto;
Michela Tassistro, Istituto Nazionale di Fisica della Materia;
Eleonora Santi, staff del Sindaco di Roma;
Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale;
Pierluigi Diaco, giornalista;
Marco Simoni, economista;
Lorenza Bonaccorsi, Capo della Segreteria del Ministero delle Comunicazioni;
Gianni Cuperlo, deputato.
Non ho conflitti di interessi, essendo sopra i 40, felicemente occupato, incapace di fare politica. Non conosco la maggior parte dei nomi, e faccio inferenza da quello che so. Quindi discuto degli economisti, pardon, dell’economista, che uno è: Marco Simoni. Marco Simoni? Chi è costui. Beh, io gli economisti di rilievo, italiani, li conosco, credo, quasi tutti. Sotto i 40 anni ci sono, una stima rozza, 100 economisti nelle migliori 50 università e centri di ricerca degli Stati Uniti (tanti di questi nelle top 15, poco meno della metà hanno tenure) e 50 nelle migliori 20 università europee. Nel medesimo intervallo d’età ci sono anche alcuni (pochi purtroppo) economisti in Italia di livello internazionale (cioè con curricula pari a quelli delle top 20 Usa e top 5 in Europa). Io scommetto qualunque cosa che il 70% e piu’ di tutti questi ha votato Prodi. Magari, come io ed altri in questo sito, poi se ne lamenta giornalmente, ma lo ha votato.
Marco Simoni non è in questo gruppo. Non c’è non perché non sia un bravo economista. Sarà bravissimo. Ma se lo è lo sa solo la sua mamma e il suo advisor. È infatti uno studente allo European Institute della London School of Economics. Ce ne sono centinaia di ottimi studenti di economia in giro per il mondo. Cosa avrà Marco Simoni più di questi?
Google non riporta nessun curriculum vitae, riporta un paio di papers di economia del lavoro (descrittivi, non lavori accademici, a prima vista – confesso che ho solo sfogliato), e le seguenti informazioni nel website dei research students dell’European Institute a LSE:
MARCO SIMONI
Status: Full Time Research Student
Phd Title: “Trade Unions and Social Democratic Parties in Europe: Divorce or Re-negotiated Marriage?”
Research Interests: Industrial Relations, Italian Political Economy, European Political Economy, Party Politics
Farà politica attiva all’interno dell’Unione (non credo che nessuno degli economisti cui accennavo sopra faccia politica attiva). Ovvio che questo è importante, specie nella fase di fondazione del partito. E sarà senz’altro un bravo economista … in futuro! Per ora studia. A maggior ragione, il Partito Democratico farebbe meglio a lasciarlo studiare e a cercare un economista con idee nuove, che avesse anche provato d’essere un buon economista. Ne hanno un gran bisogno di idee nuove, specie in economia.
Ma forse mi sbaglio. Il gruppo che conta del Partito Democratico non è lo stesso che concede un premio al migliore economista sotto i 40. Nessuna ragione che l’economista del gruppo sia un accademico di rilievo. Dipende. A cosa serve questo comitato? Oltre agli ovvi rappresentanti dei partiti e gruppi costituenti (lo stesso Prodi, D’Alema, Fassino, Francesco Rutelli, e i loro portaborse), a detta dello stesso Prodi, sono però state inserite «alcune personalità importanti» della società civile. Ma allora,… forse un economista ci stava. Comunque sia spero proprio che ad LSE Marco Simoni almeno abbia fatto bene Micro I e Micro II. Sarà l’unico del gruppo, in questo caso a capire cosa sia l’economia politica oggi e a non pensare con modelli concettuali vecchi di 40 anni, e perdipiu’ dimostratisi ormai largamente fallimentari nella pratica e nella storia.
Almeno questo!
Originariamente pubblicato su noiseFromAmeriKa.org
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