I 100 personaggi più influenti

di Paolo Asoni e Andrea Asoni

Il Time Magazine ha pubblicato la lista delle cento persone più influenti del pianeta. Più specificamente la rivista di lingua inglese presenta cento persone “il cui potere, talento o esempio morale sta trasformando il mondo”. Una definizione più ambigua non saremmo riusciti a trovarla. Divisi in cinque categorie il Corriere riporta coloro che sarebbero all’avanguardia del cambiamento mondiale.

L’ambiguità è spesso la chiave della partigianeria e della disonestà intellettuale. Concetti vaghi, interpretabili o ampi giustificano posizioni ideologiche e le rendono inattaccabili. Per deformazione professionale ci siamo chiesti come si possa misurare “oggettivamente” l’importanza, l’influenza o il talento di singoli individui. Ci siamo concentrati sui politici per il maggior interesse che suscitano e perché il criterio che abbiamo usato è meglio applicabile ai politici. Per portare avanti un discorso serio è necessario cercare di rendere operativi i concetti che si vogliono usare. Abbiamo fatto uno sforzo in quella direzione. Il risultato è il seguente, un po’ serioso e un po’ irriverente, esercizio.

Misure oggettive
Un politico importante e/o influente (non siamo sicuri esistano politici di talento) è un politico capace di proporre idee nuove (o riproporre con forza idee del passato), di rappresentare istanze sociali, di ispirare le persone comuni e i media, di far parlare di sé, di spostare il cuore del dibattito. Un politico al centro del palcoscenico capace di generare passione, discussione, di dividere il pubblico in favorevoli e contrari. Per lo meno queste ci sembrano condizioni necessarie.

Nell’era della rete globale un’importante arena di dibattito e discussione, di trasmissione e valutazione delle informazioni è Internet. Valutare l’impatto di un politico nell’arena virtuale è semplice. Più un politico sarà discusso, ammirato, attaccato, più influenza eserciterà, più articoli, editoriali, barzellette, collegamenti ci saranno su Internet. E’ specialmente vero per coloro che dovrebbero guidare la trasformazione mondiale. Trasformazioni e rivoluzioni rompono vecchi schemi, ribaltano situazioni consolidate. Non passano di certo inosservate. Soprattutto nell’era dell’informazione 24/7.

Misurare la “presenza” di una persona su internet è facile. Ci hanno pensato Page e Brin a creare uno strumento semplice e alla portata di tutti: Google. La nostra ipotesi è che per un politico la presenza on-line è direttamente collegata alla sua influenza e importanza. Per ognuno dei politici indicati dal Time abbiamo fatto una semplice ricerca del loro nome e valutato quanti risultati produceva. Più risultati, più importanza e influenza.

E’ chiaro che questa non è una misura perfetta dell’importanza di un politico. Ci sono altri agoni oltre ad internet. Ci sono altri modi per influenzare le persone. E’ possibile che questa misura abbia una qualche distorsione in favore o contro determinati personaggi. E’ altresì vero che un leader, un riformatore non presente su Internet è un emerito sconosciuto; ogni politico che stia muovendo altre leve per avere influenza, per far passare le sue idee finisce inevitabilmente su Internet: la rete ad oggi è uno dei principali mezzi di discussione ed elaborazione delle idee e delle policies.
Insomma se la bontà scientifica di questo criterio richiede importanti analisi che vanno effettuate in altre sede, è altrettanto vero che rispetto alle parole vaghe e confuse del Time è un “epocale” (per quelli dei Time almeno) passo in avanti.

Risultati
I nome dei politici forniti dal Corriere (tabella 1) sono riportati secondo l’ordine determinato dal nostro criterio nella tabella 2 (le tabelle si trovano alla fine di questo articolo). I due front-runners dei democratici per le elezioni presidenziali americane dell’anno prossimo risultano essere i più “importanti” su Internet. Seguono poi altri importanti politici americani come Condoleeza Rice e Arnold Schwarzenegger ed Europei come Angela Merkel. Chiudono la classifica il presidente del Sudan e un oscuro Arcivescovo nigeriano.

L’esercizio più interessante consiste nel comparare i nomi inseriti dal Time con altri politici che si possono ragionevolmente considerare importanti ma sono stati ignorati dalla rivista (tabella 3). Anche escludendo i due candidati presidenziali francesi chiaramente “dopati” (vedi Appendice), dei ventuno politici proposti dal Time solo undici rimangono nella “Top21” determinata dal nostro criterio (solo 9 se consideriamo i due candidati francesi).
Le new entries nelle prime posizioni (la tabella 3 è più ampia e considera molti altri politici) comprendono, oltre ovviamente al presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, anche il primo ministro inglese, Tony Blair, il presidente Russo, Vladimir Putin, il leader dell’opposizione italiana, Silvio Berlusconi, il primo ministro iracheno, Nouri al-Maliki, il primo ministro italiano, Romano Prodi, il segretario generale dell’ONU, Ban-ki Moon, il presidente iraniano, Mahmoud Ahmadinejad, il presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, e lo storico ed ex consigliere presidenziale, Henry Kissinger.

In particolare Putin si trova nella nostra classifica in una posizione molto più alta rispetto a Hu Jintao o King Abdullah o Osama Bin Laden. Ahmadinejad e Maliki sono molto più importanti di Khamenei o Sonia Gandhi. Wolfowitz e Kissinger (il diavolo e l’acqua santa in politica estera) sembrano comandare più influenza di Raul Castro o Peter Akinola.
Con quale criterio il Time ha scelto i suoi politici? Un pregio del nostro semplice esercizio è quello di essere criticabile. Le ipotesi (poche per la verità) che abbiamo fatto, possono essere giudicate e discusse. Le nostre misurazioni ripetute. La classifica del Time lascia il tempo che trova e non aggiunge nulla rispetto a quanto (non) sapessimo già. Quello che è peggio è che tale classifica sembra essere totalmente arbitraria e priva di alcun senso. Volta a rincuorare alcuni e punire altri. Tale accusa ovviamente non si può né provare né rigettare; pregi dell’ambiguità.

I nostri lettori ci scuseranno poi un piccolo divertissement. Abbiamo provato a ripetere lo stesso esercizio con Topo Gigio, fonte di ispirazione per molti. Topo Gigio raccoglie più risultati dell’arcivescovo nigeriano Akinola o del primo ministro spagnolo Josè Zapatero. Il topo certo non è un politico ed un economista navigato potrebbe accusarci di comparare mele con pere; ci sia concessa un minimo di ironia volta a sollevare qualche dubbio sull’influenza dell’arcivescovo nigeriano.

Conclusioni
Abbiamo cercato di essere più comprensivi possibili ma siamo sicuri di aver lasciato qualche nome importante fuori dalla nostra ricerca. L’obbiettivo di questo articolo era solo in parte quello di fornire una classifica alternativa (una volta spiegato il nostro meccanismo, ognuno può costruirsi una classifica completa che non lasci fuori nessuno). Un altro problema che ci sta a cuore è quello della irresponsabilità con cui i media ci propongono le loro classifiche e l’irresponsabilità con cui le persone tendono a accettare passivamente tali forzature.
Che il Time abbia lasciato fuori GWB è chiaramente una scelta politica che nulla ha a che vedere con qualsiasi criterio oggettivo di influenza o importanza. GWB continuerà ad essere il presidente americano per un altro anno e mezzo e continuerà ad avere più influenza e potere sulle questioni mondiali di una Hillary o un Giuliani. E questo sia che si condividano le sue politiche, sia che non le si condividano.

Non è un male avere posizioni politiche; è un male travestirle da posizioni serie. Una volta intrapresa la strada della “partigianeria per partito preso” (che è ben diversa dalla “partigianeria scientifica”) il dibattito politico muore e diventa sterile.
Quando riviste prestigiose e importanti come il Time prendono la strada della partigianeria per partito preso e rimangono impunite dal pubblico e dalle critiche degli altri media, l’unico risultato è la perdita di onestà intellettuale e l’assopimento del giudizio critico del pubblico.

Tabelle

Appendice sulla metodologia
La ricerca viene effettuata mettendo il nome di ogni politico tra virgolette (i.e. “Barack Obama”) nella barra di ricerca di Google.com. Per ogni nome ricercato abbiamo riportato il numero di risultati trovati dal motore di ricerca. Di seguito discutiamo possibili limiti della ricerca. Ogni commento è benvenuto.

Dizione: alcuni nomi possono avere una dizione diversa rispetto al corrispettivo originale. Si pensi ai nomi giapponesi o cinesi o mediorientali [nel caso di Vladimir Putin abbiamo sommato i risultati ottenuto con le tre possibili dizioni, Vladimir Putin (inglese), Wladimir Putin (tedesco) e Vladimir Poutine (francese). Si può ragionevolmente assumere che le dizioni sono mutuamente esclusive]. Questo ovviamente riduce il numero di hits trovato da Google, rispetto ai documenti in cui le politiche, le idee o la persona sono discusse.
C’è una probabile distorsione a favore dei media anglofoni la cui importanza è difficile da misurare. D’altra parte i media anglofoni sono tra i più importanti e seguiti (spesso i media nazionali, i.e. italiani, non fanno altro che riportare articoli e report ripresi dall’estero) e raccolgono la maggior parte del pubblico “internazionale” quindi riflettono meglio il dibattito internazionale rispetto alla somma dei media nazionali.

Tempistica: Sarkozy e Royal sono ovviamente “dopati”. Le elezioni francesi si svolgono il giorno seguente rispetto a quando questo articolo è stato scritto. Dei due politici francesi si parla ovviamente in maniera sproporzionata rispetto alla loro reale importanza. La stessa cosa si può dire dei candidati alle primarie americane. Più in generale la ricerca su Google favorisce personaggi implicati in vicende recenti piuttosto che remote. A parte il caso citato sopra non dovrebbe essere un problema per i nostri politici; appartengono tutti al dibattito recente.

Omonimia: ovviamente la ricerca effettuata su Google non discrimina tra diverse persone che hanno lo stesso nome. Non siamo in grado di stabilire se e quanto questo possa cambiare i nostri risultati. Nel caso di omonimi che non siano persone di levatura internazionale il loro impatto sul risultato finale è probabilmente ignorabile.

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